NON È ABBASTANZA?
La guerriglia dell’altra notte in Sant’Ambrogio segna un salto di gravità nella movida fiorentina. Erano le 4. Quasi l’alba. E all’esasperazione dei residenti per il clamore sotto le finestre si è risposto con bottigliate e minacce. Quante volte abbiamo scritto che la misura era ormai colma, e che nelle piazze dello sballo erano saltate tutte le regole della convivenza civile? Tante volte. Inutilmente. Perché per troppo tempo — da Santo Spirito a Santa Croce, da via dei Pucci a piazza della Repubblica — si è lasciato che il fenomeno degenerasse e poi non si è trovato più il coraggio di dire basta. Con misure adeguate alla necessità. Un immobilismo tanto più inaccettabile adesso che la crisi attanaglia il Paese a causa del Covid 19. Ogni giorno si parla di disastro economico, di posti di lavoro perduti, di un futuro ancora più buio per le nuove generazioni e la sera dobbiamo guardarci da qualche migliaio di deficienti che trasformano il centro di Firenze e di altre città nel festival dell’irresponsabilità e dell’arroganza? No, non va. Così non va proprio. Anche perché un problema di decenza urbana a Firenze si è trasformato da 36 ore in un problema di ordine pubblico e sicurezza, oltre che di salute. Noi non ci stancheremo di dire basta. E lo diciamo a tutte i massimi rappresentanti delle istituzioni cittadine: prefetto, questore, sindaco. Tocca a loro trovare un rimedio. Ne va della credibilità stessa dei ruoli che ricoprono. A Dario Nardella rivolgiamo una domanda in più: in una Firenze che ogni giorno registra malumori e proteste degli esercenti, invece di disseminare le vie del centro di sedie e tavolini, come in una sagra di paese, perché Palazzo Vecchio non ha allestito per l’estate un grande spazio notturno nei parchi cittadini, dalle Cascine all’Albereta, a disposizione di bar e ristoranti, per dare uno sbocco alla comprensibile richiesta di aiuto e al bisogno di socialità, risparmiando la dignità del centro e di chi ancora lo abita? Non un maxi baccanale, ma un tentativo civile di ripartenza. Con regole e orari rispettati. Che poi sarebbero la vera rivoluzione nella città dei chissenefrega.