I fondi per Radicondoli? Arrivano dai tedeschi «Messaggio per la Ue»
Il sindaco: hanno quasi superato i fondi del governo...
Una mano tesa, da lontano. In uno dei periodi più bui per la tenuta dell’unità europea, a Radicondoli la Germania non è mai stata considerata il «nemico». Da anni alcuni cittadini tedeschi la hanno eletta a seconda casa e oltre ad apprezzarne le bellezze, hanno imparato a diventare parte della piccola comunità. Gente semplice e genuina, che però non è stata risparmiata dalla crisi causata dall’emergenza sanitaria.
Il governo ha messo una pezza con un fondo per le famiglie in difficoltà e i «radicondolesi d’adozione» hanno fatto altrettanto, donando quasi 3 mila euro per la solidarietà alimentare. «È stata una bella sorpresa, al di là delle cifre — racconta il sindaco Francesco Guarguaglini — Alcuni di loro sono residenti qua. Altri vengono in vacanza. In ogni caso hanno voluto esprimere il loro amore per questa terra e per questo ho voluto ringraziarli con una lettera». Le risorse messe a disposizione confluiscono in un fondo gestito dalla Fondazione Territori sociali Altavaldelsa, che comprende anche i Comuni di Casole d’Elsa, Colle Val d’Elsa, Poggibonsi e San Gimignano. Tutte le amministrazioni si sono mosse attraverso appelli alla sensibilità della cittadinanza, ma solo a Radicondoli c’è stata una marcata risposta da parte di una rappresentativa straniera. «Hanno quasi eguagliato il sostegno governativo —sottolinea il sindaco — Credo che, rispetto al clima di disgregazione che si avverte a livello europeo, il loro gesto sia un messaggio forte».
In generale, la Valdelsa non si è fatta trovare impreparata in seguito all’appello. Finora sono stati raccolti oltre 20 mila
Gli altri gesti Una coppia di svizzeri tedeschi ha cucito 30 mascherine a una Rsa di Casole d’Elsa, i senegalesi hanno dato 1.400 euro a Poggibonsi
euro, a fronte di oltre 1.800 domande di aiuto. «Ci sono persone che dall’oggi al domani si sono ritrovate senza entrate, con attività chiuse e famiglie da sfamare — afferma Nicoletta Baracchini, direttrice della Fondazione — I fondi governativi ci hanno aiutato, ma è chiaro che anche la beneficenza dei cittadini per noi sia importante. Per questo motivo, abbiamo deciso di lasciare il conto corrente aperto, in maniera tale che le donazioni continuino. Solo che rispetto alla prima fase non ci muoveremo più con i bandi, ma sceglieremo noi, attraverso la nostra rete sociale, le persone da assistere».
Ben vengano quindi tutti gli sforzi messi in campo per aumentare i buoni spesa. Come la donazione della comunità senagalese di Poggibonsi, che ha depositato 1400 euro. C’è poi chi, pur non avendo risorse a disposizione, ha provato a fare lo stesso del bene, trainato solo dall’amore per la terra adottiva. Dopo anni trascorsi a coltivare un piccolo orto e a dipingere, Walter Kohler e la moglie Renate, entrambi svizzeri tedeschi, a Casole d’Elsa sono di casa. Difficile dire di no quindi alle richieste di aiuto, anche solo con ago e filo. Insieme hanno cucito 30 mascherine da donare a una Rsa del luogo.
«Non è un caso isolato, perché tutto il nostro territorio ha risposto nei modi possibili — spiega Baracchini — Il loro però mi è rimasto impresso, perché poi hanno accompagnato il tutto con una lettera, dall’italiano incerto ma piena di sentimento. L’unico problema è che non abbiamo potuto usare le mascherine, non essendo presidi medici». Come si dice, è il gesto che conta. Soprattutto se arriva da lontano.