Guerra dei bus, stop a Mobit: «Rischia multe»
Il trasporto pubblico toscano rischia grosso. E non solo per l’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze per turbativa d’asta sulla gara di affidamento del servizio. Il fatto è che se andrà ancora avanti la guerra dei bus – quella tra gli attuali gestori, i consorzi Mobit e One, e i vincitori della gara regionale, Autolinee Toscane del gruppo Ratp — sarà perfino impossibile «garantire la validità degli abbonamenti in corso». Senza contare che resterebbe sospesa la «riorganizzazione urgente del servizio in tempi che, anche considerata l’emergenza sanitaria in corso, siano compatibili con la riapertura delle scuole nel mese di settembre». A dirlo è l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, che accusa le aziende come Ataf, Cap, Ctt Nord e le altre consorziate in One di mettere in atto «una precisa strategia omissiva, dilatoria e ostruzionistica volta ad ostacolare il subentro di Autolinee Toscane nella gestione del servizio». Per questo l’Autorità ha deciso di intervenire, aprendo nei loro confronti «un procedimento cautelare» che può portare anche a multe salate, pari fino al 3 per cento del fatturato, come prevede la legge italiana sulla tutela della concorrenza e del mercato. Tutto nasce dalle denunce presentate all’Autorità da Autolinee Toscane e dalla Regione, che sostengono che le aziende di One farebbero resistenza a trasmettere le informazioni necessarie per il passaggio di consegne, comprese quelle sugli abbonamenti sottoscritti. La controffensiva delle aziende locali di trasporto viene lanciata dai loro proprietari, i Comuni di mezza Toscana, che chiedono alla Regione di non forzare la procedura e di «lavorare sin da subito con gli attuali gestori per programmare il servizio di settembre». In particolare nelle assemblee aziendali è scoppiata una bagarre sulla stima dei beni immobili che Autolinee Toscane dovrebbe acquisire (magazzini, sedi di rappresentanza, autorimesse). Accanto a questa c’è una vera guerra di clausole sulle tasse e sul costo dei Tfr dei lavoratori che passeranno alla nuova azie nda unica. Oltre 160 Comuni proprietari delle società di trasporto pubblico — tra i quali Arezzo, Siena, Grosseto, Prato, Pistoia, Lucca, Livorno e Pisa — si mettono di traverso. Il fronte è bipartisan: «Avanti così si va male, bisogna prendere decisioni precise: i passaggi ci devono esser con le precise garanzie», spiega il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (Pd). «La questione della cessione dei beni è solo la punta dell’iceberg» spiega Alessandro Tomasi (FdI), il sindaco di Pistoia, dove Autolinee Toscane aveva proposto la metà del valore stabilito dal Comune per i beni immobili di Copit.
La difesa dei sindaci Rivolta bipartisan contro il passaggio ad Autolinee Toscane «La Regione si fermi»