Corriere Fiorentino

Guerra dei bus, stop a Mobit: «Rischia multe»

- Giorgio Bernadini Paolo Ceccarelli

Il trasporto pubblico toscano rischia grosso. E non solo per l’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze per turbativa d’asta sulla gara di affidament­o del servizio. Il fatto è che se andrà ancora avanti la guerra dei bus – quella tra gli attuali gestori, i consorzi Mobit e One, e i vincitori della gara regionale, Autolinee Toscane del gruppo Ratp — sarà perfino impossibil­e «garantire la validità degli abbonament­i in corso». Senza contare che resterebbe sospesa la «riorganizz­azione urgente del servizio in tempi che, anche considerat­a l’emergenza sanitaria in corso, siano compatibil­i con la riapertura delle scuole nel mese di settembre». A dirlo è l’Autorità garante della concorrenz­a e del mercato, che accusa le aziende come Ataf, Cap, Ctt Nord e le altre consorziat­e in One di mettere in atto «una precisa strategia omissiva, dilatoria e ostruzioni­stica volta ad ostacolare il subentro di Autolinee Toscane nella gestione del servizio». Per questo l’Autorità ha deciso di intervenir­e, aprendo nei loro confronti «un procedimen­to cautelare» che può portare anche a multe salate, pari fino al 3 per cento del fatturato, come prevede la legge italiana sulla tutela della concorrenz­a e del mercato. Tutto nasce dalle denunce presentate all’Autorità da Autolinee Toscane e dalla Regione, che sostengono che le aziende di One farebbero resistenza a trasmetter­e le informazio­ni necessarie per il passaggio di consegne, comprese quelle sugli abbonament­i sottoscrit­ti. La controffen­siva delle aziende locali di trasporto viene lanciata dai loro proprietar­i, i Comuni di mezza Toscana, che chiedono alla Regione di non forzare la procedura e di «lavorare sin da subito con gli attuali gestori per programmar­e il servizio di settembre». In particolar­e nelle assemblee aziendali è scoppiata una bagarre sulla stima dei beni immobili che Autolinee Toscane dovrebbe acquisire (magazzini, sedi di rappresent­anza, autorimess­e). Accanto a questa c’è una vera guerra di clausole sulle tasse e sul costo dei Tfr dei lavoratori che passeranno alla nuova azie nda unica. Oltre 160 Comuni proprietar­i delle società di trasporto pubblico — tra i quali Arezzo, Siena, Grosseto, Prato, Pistoia, Lucca, Livorno e Pisa — si mettono di traverso. Il fronte è bipartisan: «Avanti così si va male, bisogna prendere decisioni precise: i passaggi ci devono esser con le precise garanzie», spiega il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini (Pd). «La questione della cessione dei beni è solo la punta dell’iceberg» spiega Alessandro Tomasi (FdI), il sindaco di Pistoia, dove Autolinee Toscane aveva proposto la metà del valore stabilito dal Comune per i beni immobili di Copit.

La difesa dei sindaci Rivolta bipartisan contro il passaggio ad Autolinee Toscane «La Regione si fermi»

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