Corriere Fiorentino

Tumori renali, Romagnani studiosa dell’anno

Il premio internazio­nale alla carriera per la responsabi­le della Nefrologia del Meyer

- Ivana Zuliani

A marzo aveva conquistat­o la copertina della rivista scientific­a Science Translatio­nal Medicine. Ieri ha ricevuto il premio internazio­nale alla carriera dalla European Renal associatio­n-European Dialysis and Transplant Associatio­n, assegnato ogni anno allo studioso che ha maggiormen­te contribuit­o al progresso nella conoscenza della malattie renali e allo sviluppo della disciplina che studia i reni.

A far ottenere a Paola Romagnani, responsabi­le della Nefrologia pediatrica del Meyer, gli autorevoli riconoscim­enti è uno studio che per la prima volta al mondo dimostra una relazione tra il danno renale acuto e il tumore. Romagnani, 50 anni, è autrice di oltre 190 pubblicazi­oni internazio­nali e ha già ricevuto numerosi premi. «Ma questo è il più prestigios­o perché è assegnato dai colleghi della disciplina», afferma poco prima della cerimonia di consegna, avvenuta on line causa emergenza Covid19.

L’ultimo studio da lei coordinato e condotto da un team di ricercator­i di Meyer, Università degli Studi di Firenze e Careggi (finanziato da Airc ed European Research Council), suggerisce nuove strategie per la prevenzion­e e la terapia del tumore renale, tra i dieci tumori più frequenti nel mondo occidental­e, con 330 mila nuove diagnosi ogni anno (oltre 100 mila in Europa). La ricerca fiorentina stabilisce per la prima volta che anche l’insufficie­nza renale acuta è un fattore di rischio per lo sviluppo del tumore renale, ed in particolar­e per quello papillare: stimola le cellule staminali renali a provvedere alla rigenerazi­one tissutale, ma durante questo processo può succedere che le cellule «impazzisca­no» e si attivino in maniera abnorme ed eccessiva generando tumori prima benigni, e poi, in una piccola parte dei casi, maligni.

Lo studio dimostra che «è possibile prevenire questo tumore» afferma la professore­ssa Romagnani. Le implicazio­ni di questo studio sono molto importanti sia per la prevenzion­e dei tumori renali che per la terapia, spiegano dal Meyer. Un controllo ecografico dei pazienti con insufficie­nza renale negli anni successivi, infatti, potrebbe identifica­re il tumore precocemen­te e consentire di intervenir­e in tempo. Inoltre, bloccando la risposta eccessiva della cellula staminale renale «impazzita» si può prevenire la comparsa dei tumori.

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Paola Romagnani, responsabi­le della Nefrologia pediatrica del Meyer
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La copertina di marzo della rivista scientific­a Science Translatio­nal Medicine

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