Il settembre della scuola come sarà: un dossier
Proteste di prof e personale Ata in molte scuole di Firenze. Nardella: «C’è bisogno di più risorse»
Sono quattro i fronti aperti per il ritorno in classe a settembre: il numero di insegnanti, gli spazi da trovare, gli orari differenziati e le misure di sicurezza. Ieri sciopero dei docenti.
«La scuola ci manca, restituitele quello che le manca». L’appello, alla fine dell’anno scolastico più travagliato e anomalo, arriva dagli insegnanti e dal personale della scuola, che ieri si sono ritrovati (con mascherine e a distanza) davanti ai loro istituti per chiedere a settembre lezioni in presenza e in sicurezza, niente classi pollaio e investimenti per l’organico. L’anno (che in Toscana si conclude ufficialmente domani) termina con uno sciopero: Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal, Gilda hanno indetto una mobilitazione nazionale e Firenze ha aderito con una manifestazione diffusa.
«Dall’avvio dell’emergenza Covid tutto il mondo della scuola ha richiesto più e più volte di fare il massimo per tornare in aula in sicurezza: aumentare gli organici di docenti e Ata e ridurre le classi pollaio, assumere in ruolo fin dal 1 settembre i precari storici che insegnano da anni, assicurare tutte le disposizioni di sicurezza per lavoratori e alunni. Niente di tutto ciò è stato messo in campo dal Governo» affermano i sindacati.
Le linee guida del Ministero dell’Istruzione per settembre ancora non ci sono, ma il Comitato tecnico scientifico ha indicato il distanziamento di almeno un metro tra le persone. Misura attuabile o reperendo più spazi o aumentando il numero dei docenti in rapporto agli studenti.«La ministra Azzolina, ben lungi dall’assicurare organico in più, aveva affermato che il numero di docenti e Ata sarebbe rimasto lo stesso, nonostante il calo degli alunni. Ebbene: in base ai dati al momento in nostro possesso tale affermazione è falsa» affermano i sindacati. In Toscana ci saranno 4000 iscritti in meno ma saranno meno anche i posti per i docenti: 118. Nella provincia di Firenze mancheranno 35 classi e circa 35 docenti.
All’Isis Gobetti-Volta di Bagno a Ripoli per esempio saranno tagliate 4 classi. Una «scelta dissennata» spiegano i docenti dalla scuola. «Ridurre il numero di classi in questo momento non significa solo impoverire l’offerta formativa ma anche rendere più difficile tutelare la salute dei ragazzi. È illogico costituire adesso gruppi di 30 alunni per poi dovere, a settembre, smembrare classi troppo numerose per una didattica in presenza sicura».
Il personale scolastico è stato organizzato sui posti assegnati dal Ministero, in base al numero degli iscritti e alla situazione pre-Covid. «Abbiamo ricevuto risorse per fare un organico dell’autonomia, non della pandemia» spiega il direttore dell’Ufficio scolastico di Firenze Roberto Curtolo. Intanto l’Ufficio scolastico, sta valutando «possibili scenari» che si potranno verificare a settembre, per organizzarsi tempestivamente e «non essere presi alla sprovvista».
Per il personale Ata, sono confermati i numeri dell’anno scorso, ma «sarebbe fondamentale aumentare l’organico alla luce della necessità anti Covid» sottolineano i sindacati. Per il governatore della Toscana Enrico Rossi è stata persa l’occasione per una svolta: «Avremmo dovuto iniziare a dire basta con le scuole pollaio e sfruttare l’occasione per fare investimenti sul personale e sulle strutture».
Palazzo Vecchio sta facendo una ricognizione degli spazi delle scuole. «È chiaro che per ripartire in sicurezza il comparto scuola avrà bisogno di maggiore risorse da parte del governo» ha detto in consiglio comunale il sindaco Dario Nardella, che rilancia l’idea dell’ultimo giorno di scuola. «Stiamo organizzando per il 10 giugno o date vicine, un momento in parchi e giardini per consentire agli studenti di salutarsi. Lo faremo in collaborazione con i dirigenti scolastici. Ne ho già parlato con il viceministro Anna Ascani che sarà presente. Mi auguro che l’adesione sia alta perché la scuola è prima di tutto dei nostri ragazzi». All’ipotesi un’iniziativa simile anche per gli universitari che si sono laureati on line.
L’Ufficio scolastico: abbiamo ricevuto risorse per fare un organico dell’autonomia, non della pandemia ma cercheremo di non essere presi alla sprovvista