Corriere Fiorentino

I fantasmi di Beppe: si gioca la conferma in dodici partite

La squadra è con lui, ma i dirigenti viola si guardano intorno Pradè: «Facciamo queste dodici partite e poi vediamo» Varie le ipotesi in esame: De Zerbi e Juric in cima alla lista

- di Stefano Rossi

Sospeso nel limbo e la Divina Commedia stavolta non c’entra. Anche se Beppe Iachini vuole chiudere questo campionato realizzand­o l’opera migliore della sua carriera. Cerca l’impresa, l’unica strada che gli potrebbe aprire le porte a una riconferma sulla panchina della Fiorentina. Con questo obiettivo ha impostato il suo lavoro, si aspetta che alla prima partita, tra dodici giorni il gruppo abbia una buona energia a livello fisico.

Iachini è arrivato lo scorso dicembre, ma ha guidato la squadra solo per nove partite. È riuscito comunque a invertire la rotta di una squadra che con Montella era vicina al naufragio. E adesso guarda avanti. «È un grande lavoratore, anche lui è stato malato. Ha avuto il coronaviru­s, non lo sapevo e ha tutto il mio supporto», ha raccontato Rocco Commisso, dagli Stati Uniti, nel giorno del collegamen­to telefonico per il suo primo anno a Firenze. «Iachini come la squadra devono far felici me, la città e loro stessi. Quindi niente scherzi di classifica. Restiamo in Serie A ed andiamo avanti il più possibile». Tornare in campo dopo oltre tre mesi sarà un’incognita per tutti. Il presidente ha voluto suonare la carica ma ha anche sviato il discorso sul futuro dell’allenatore. In precedenza aveva assicurato che, se il campionato non fosse ripartito, lo avrebbe confermato. In caso contrario il verdetto sarebbe stato affidato al campo. E così sarà. Davanti Iachini ha una ripida salita, fatta da partite da giocare ogni tre giorni ottenendo più punti possibili. La Fiorentina è a 5 lunghezze dalla zona retrocessi­one, ipoteticam­ente realizzand­one abbastanza nelle prime partite (in calendario ci sono subito Brescia, Lazio, Sassuolo e Parma) l’obiettivo potrebbe essere raggiunto in breve tempo.

Sarebbe il massimo ma questo potrebbe anche far rilassare il gruppo prima delle ultime gare. Starà a lui, in un finale di stagione sempre incerto per il coronaviru­s, tenere alta la concentraz­ione del gruppo oltre i risultati.

I giocatori sono dalla sua parte, lo hanno dimostrato con un atteggiame­nto diverso da quando è arrivato. Ma potrebbe non bastare. Sul tema si è soffermato anche il ds Daniele Pradè: «Siamo contenti del lavoro che sta facendo. Ribadisco che è lui il nostro allenatore. Facciamo queste dodici partite, poi vedremo. Queste partite sono importanti per tutti, Beppe è una persona intelligen­te e ha capito il nostro discorso», ha detto nei giorni scorsi a Radio

Rai. Il senso è: se andrà oltre una normale salvezza si potrà parlare di un altro anno insieme. In caso contrario, a fronte di una buona uscita per anticipare la scadenza del contratto del 2021, Iachini sarà lasciato libero di trovare squadra già per il prossimo campionato. L’altro aspetto che la società sta valutando è il sostituto. L’argomento che più volte è stato affrontato fra i dirigenti è semplice: il divorzio avverrà solo se sarà possibile prendere un allenatore con maggiore fascino e richiamo internazio­nale, anche per attirare giocatori.

Luciano Spalletti è poco più di un sogno visto che, al momento, è intenziona­to ad allenare squadre pronte per provare a vincere subito. I giovani emergenti Roberto De Zerbi e Ivan Juric, rispettiva­mente al Sassuolo e al Verona, intrigano. Come i profili stranieri: Unai Emery, esonerato a novembre dall’Arsenal, Laurent Blanc che però è fermo da qualche anno e Leonardo Jardim, ex Monaco. Quest’ultimo è portoghese come Paulo Sousa, uno degli allenatori con cui il ds Daniele Pradè ha avuto maggiore feeling nella sua carriera. Tutti fantasmi con cui dovrà vedersela Iachini.

L’allenatore per essere confermato dovrà migliorare la classifica E fioccano i nomi dei successori

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Nella foto grande Beppe Iachini durante gli allenament­i Accanto le sedute al centro sportivo

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