Scudo anti Tar tra le richieste dei sindaci al Viminale
I sindaci a Lamorgese: scudo anti Tar, risorse per assumere i vigili e più forze dell’ordine di notte
Tre richieste per affrontare, a livello locale, soprattutto il rischio di malamovida. Sono quelle arrivate dai sindaci delle Città metropolitane (tra cui anche il sindaco di Firenze Dario Nardella) in video conferenza alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Alla fine, una promessa di collaborazione. Ancora non ci sono risposte operative anche se la ministra apre con un «impegno» ed un prossimo incontro per rispondere alle tre richieste: più agenti delle forze dell’ordine in strada di notte, più assunzioni dei vigili urbani. E il «potere d’ordinanza», la possibilità di poter intervenire su situazioni puntuali (a partire dalla vendita di alcolici da asporto) senza avere di nuovo la scure del Tar che, come già successo, cancelli le scelte delle amministrazioni locali.
All’incontro, per Firenze con Nardella era presente anche l’assessore a Welfare e Sicurezza urbana Andrea Vannucci. È lui a far capire che, dietro il tono diplomatico della ministra nella nota ufficiale, ci sarebbe un impegno vero. «Ringrazio la ministra Lamorgese per l’attenzione e la disponibilità mostrate questa mattina nell’ascoltare le richieste dei sindaci metropolitani per garantire la sicurezza urbana — scrive Vannucci — e per la grande collaborazione mostrata, soprattutto in protro: spettiva», perché ancora di decisioni formali non ce ne sono. Ma «con il sindaco Nardella abbiamo trovato importante e molto significativa la disponibilità a lavorare per incrementare le forze di polizia nelle ore notturne e per mettere a punto un pacchetto di norme per la sicurezza urbana da condividere con i sindaci».
In questo pacchetto, Vannucci anticipa ci sarà anche al«Ad esempio — conferma — l’assunzione e gli straordinari per gli agenti della Polizia municipale, la condivisione delle banche dati tra forze dell’ordine e Polizia municipale, norme più efficaci per sanzionare coloro che commettono reati minori e hanno comportamenti illegali molto fastidiosi per i cittadini». Non è infatti la prima volta che Palazzo Vecchio si trova a chiedere norme per avere certezza nella possibilità di intervento soprattutto nelle zone «calde» e non solo della movida. Basta ricordare come è andata con le «zone rosse», istituite dalla prefettura (d’intesa col Comune) ma crollate al primo ricorso al Tar. Di fronte a nuovi casi di malamovida, a Firenze come in altre città (a partire da Milano) le richieste del Comune sono un impegno notturno maggiore delle forze dell’ordine, la possibilità di avere nuovi vigili o di potergli pagare gli straordinari (con le finanze degli enti locali ridotte al lumicino, soprattutto nelle città d’arte come Firenze, un problema aggiuntivo) ma anche poter fare ordinanze che reggano più del tempo di un ricorso al Tar. Palazzo Vecchio si sta muovendo in questa direzione dopo le vicende come quella denunciata dai residenti di Sant’Ambrogio? «La situazione sarà affrontata con la massima serietà», glissa Vannucci, lasciando però intendere che verrà affrontata con agli altri destinatari della lettera dei residenti, cioè prefettura e questura. Ma il Comune prima vuole capire come aumentare i controlli, perché alle 3 di notte non contano le regole per i locali (che sono chiusi) ma è un tema di ordine pubblico.
Palazzo Vecchio «Dal Viminale c’è una significativa disponibilità a dare risposte e a varare norme più efficaci per il rispetto della sicurezza urbana»