«La mia strada è malsana, non mi resta che la Procura»
Jacopo, residente in via de’ Coverelli: voglio sapere chi tutela la nostra salute
Sono undici anni che Jacopo combatte contro la mala movida in Santo Spirito. Tutte le finestre della suo appartamento, in via dei Coverelli, affacciano su quel lato della basilica che il popolo della notte ha eletto a «pisciatoio pubblico». Ma ora Jacopo, di professione musicista, ha deciso di passare all’azione, e così qualche giorno fa ha presentato un esposto contro ignoti per il caos che da anni è costretto a sopportare nei fine settimana alcolici della piazza, ma anche per denunciare tutti coloro che hanno trasformato la sua strada in una toilette.
Perché ha scelto la strada della denuncia?
«Mi ha spinto l’esasperazione. Ma ancor di più il fatto che via dei Coverelli da tempo sia una strada malsana, difficile da attraversare per via del puzzo di urina sedimentata».
Non bastava chiamare Alia e chiedere una sanificazione?
«L’ho fatto ma non è servito a cancellare l’erosione dei muri e i miasmi che ci entrano fin dentro casa. Ho chiesto al Comune di disinfettare più volte a settimana la zona in cui tutti fanno i propri bisogni ma non ho ricevuto alcun riscontro. Ecco il motivo dell’esposto che ho indirizzato ai carabinieri, alla polizia, ai vigili urbani e alla Procura di Firenze».
Ti sei rivolto anche al sindaco Nardella?
«Sì, gli ho scritto una mail il 18 maggio scorso».
E come è andata a finire?
«C’è stato un solo intervento di disinfezione, dopodiché non si è più visto nessuno».
Pensi che la tua denuncia possa risolvere qualcosa?
«Ormai non penso più nulla. Però lo spero, perché il diritto al divertimento non può prevaricare il diritto alla salute e alla tranquillità di un residente».
E a volte vi tocca pure fare gli spazzini.
«La domenica mattina soprattutto. Davanti alle nostre abitazioni troviamo montagne di bottiglie di birra, vino, gin, vodka, cocci sparsi ovunque e plastica. Ecco come la mala movida ha trasformato il centro di questa città. L’inferno dei fine settimana ha modificato pure il mercato immobiliare. Qui intorno è pieno di vendesi che restano lì per molto tempo. Una volta appena si sapeva di un appartamento in vendita, c’era la fila».
E oggi?
«Oggi chi investe mette nel conto che i fine settimana di almeno quattro-cinque mesi, tra maggio e settembre, si traducono in un assedio sotto casa. Il risultato è un’esplosione di bed & breakfast, di case vacanza».
In una notte solitamente in quanti vengono a fare i propri bisogni sul retro della basilica del Brunelleschi?
«Una settimana fa ne ho contati cento. Erano sia uomini che donne, ho anche realizzato dei video per mostrare alle forze dell’ordine in che situazione viviamo. Sabato scorso c’era perfino la coda: erano in cinque e attendevano di darsi il cambio. La cosa grave è che i ragazzi e le ragazze, dopo essersi svuotati, lasciano tovagliolini e altro sudiciume sotto le nostre finestre. Io credo che in via dei Coverelli ci sia un grosso problema igienico sanitario che l’amministrazione deve affrontare con urgenza. Non si può più far finta di nulla. Io vado avanti e sono disposto a chiedere conto di questa situazione a chi dovrebbe tutelare la nostra salute. Per risolvere il problema, basterebbe che i commercianti della piazza e il Comune comprassero dei bagni mobili, tipo i Sebach, e li piazzassero in più punti del rione. Ricordo che un annetto fa di fronte al mio palazzo c’era un cantiere con le toilette chimiche e i ragazzi scavalcavano continuamente le transenne per utilizzarli».
Nella tua denuncia segnali anche la violazione continua delle misure anti Covid.
«Qui accade davvero di tutto, e forse quello degli assembramenti è il problema minore. Però non capisco il motivo per cui se entriamo in un locale o in un supermercato siamo obbligati a tenere la mascherina e a stare ad un metro di distanza e poi si permetta di organizzare feste sul sagrato di Santo Spirito e in piazza a gruppi di decine di persone appiccicate le une alle altre».
❞ Processione Sabato notte ho contato cento fra ragazzi e ragazze in coda per fare i loro bisogni
❞ Emergenza sanitaria I muri sono erosi, l’odore entra dalle finestre Ho scritto al sindaco, è servito a poco