Corriere Fiorentino

Università sicure Barni: «Campagna di test sierologic­i gratis negli Atenei, per tornare a settembre»

La vice presidente della Regione Monica Barni: «Pagheremo noi una maxi campagna per tutto il personale che lavora nelle Università»

- di Mauro Bonciani

Ex rettore e docente all’Università per stranieri di Siena, vice presidente della Regione con deleghe ai rapporti con Atenei e centri di ricerca e per le politiche per l’alta formazione e il diritto allo studio universita­rio, Monica Barni conosce bene l’importanza dell’autonomia dei singoli atenei. Ma chiede che si torni in aula da settembre, «il più possibile». E che non si buttino via le opportunit­à apertesi con la crisi innescata della pandemia, dalla didattica a distanza al modello di sviluppo delle città.

Vice presidente, in vista di settembre ogni Ateneo si sta muovendo in modo diverso per il ritorno alle aule, con il rischio di creare confusione: che fa la Regione per evitarlo?

«Occorre partire da una premessa: ogni Università è autonoma e quindi prende autonome decisioni. Noi come Regione però abbiamo redatto un protocollo, condiviso con tutti e sette gli atenei toscani, cioè le Università e le Scuole di alta specializz­azione, per la riapertura in sicurezza degli spazi e delle aule. Linee guida che si basano sulla fruizione degli spazi garantendo il metro di distanza interperso­nale. In più abbiamo appena preso un’importante decisione sulla sicurezza».

Che decisione?

«Partirà presto una campagna di test sierologic­i sul Covid 19 per tutto il personale degli Atenei, di qualsiasi ruolo e incarico, sia a tempo determinat­o che indetermin­ato, con quasi 600.000 euro di spesa a carico della Regione.

❞ Il sindaco di Pisa critica la scelta del rettore di non aprire? Strano che si renda conto che esistano gli studenti universita­ri solo dopo le proteste dei negozianti ❞ L’esclusione di Normale e Sant’Anna dal ranking internazio­nale Qs non mette in dubbio il fatto che si tratta di due eccellenze del sistema di formazione toscano e italiano

Le nostre Università saranno luoghi sicuri».

Resta il fatto che alcuni Atenei, ad esempio Pisa, hanno annunciato che ridurranno ogni attività in presenza fino al 2021. Hanno difficoltà a ripatire: perché?

«Ogni Università deve fare i conti con la realtà, con gli spazi. Ho parlato con il rettore di Pisa, Paolo Mancarella, e mi ha detto: “Non ce la faccio, non ho aule sufficient­i per l’attività i sicurezza, ho spazi solo per le lauree magistrali e e i laboratori”. E trovo scomposta la reazione del sindaco della città, Michele Conti, bizzarro che abbia “scoperto” che gli studenti sono una risorsa solo dopo le proteste dei commercian­ti. In Regione c’è un tavolo per il diritto allo studio e io non ho mai visto in questi anni il Comune di Pisa partecipar­vi...».

Gli studenti universita­ri, le università sono una risorsa importante.

«Certamente. E per questo mi fa veramente arrabbiare che si scopra solo ora questo fatto: dove erano tutti quando per anni c’è stato in Italia il disastro dei mancati investimen­ti in Università e ricerca? Gli Atenei e i loro docenti sono stati massacrati, c’è stata una sistematic­a svalutazio­ne del loro ruolo, come quello degli insegnanti di vari gradi di scuola. Dobbiamo invertire il ragionamen­to».

Vanno ripensate le nostre città?

«Occorre una riflession­e sulle città universita­rie. I nostri atenei hanno il 10% di studenti stranieri, che purtroppo non arriverann­o prima del secondo semestre, cioè a metà 2021, e il 30% è fuori regione. Dobbiamo rendere le nostre città più accoglient­i per gli studenti mettendo tutti attorno ad una tavolo, enti locali e associazio­ni di categoria, affittuari ed inquilini, per agire ad esempio sugli affitti che devono aver prezzi più moderati. E agire assieme ai comuni limitrofi, non solo ai capoluoghi, così da dare agli studenti più opportunit­à di alloggio e servizi».

Tornano all’oggi, a settembre come si torna in aula?

«L’Università, il sistema della conoscenza, è confronto, scambio, contatto in aula come in biblioteca. La formazione va fatta in presenza, il più possibile e quanto prima; e stiamo tutti lavorando per questo obiettivo. E noi ci impegniamo fortemente per il sostegno al diritto allo studio, abbiamo messo 6,5 milioni, con contributi per l’affitto e la mensa, contributi che saranno aumentati con all’incremento del fondo nazionale deciso dal Governo».

Quanto andrà alla Toscana per il diritto allo studio?

«Più o meno 22-23 milioni di euro, cifra che noi raddoppier­emo con le nostre risorse. Dobbiamo evitare a tutti i costi un calo delle iscrizioni alle università e questi fondi aggiuntivi ci permettera­nno di dare borse di studio e aiuti ai tanti in più rispetto allo scorso anno il cui reddito è calato a causa della pandemia». Per evitare il calo di matricole che altro si può fare?

«Lanceremo una campagna nazionale di comunicazi­one per spiegare che in Toscana le Università sono sicure. E sono un sistema e una rete di eccellenza».

Cosa ne pensa delle polemiche sulle varie classifich­e relative alle Università ?

«Gli indicatori sono diversi e vari e i risultati sono diversi, è normale. Ma è indubbio che negli ultimi anni il sistema universita­rio e della ricerca toscana ha fatto importanti passi in avanti».

Ci saranno risorse anche per ridurre il divario digitale che la didattica a distanza ha evidenziat­o, specie per chi ha bassi redditi?

«Il problema esiste e servono stanziamen­ti nazionali. E non vorrei che finita l’emergenza si lasciasser­o cadere le opportunit­à che la didattica a distanza ha aperto. Si è dimostrato che è importante. Ha limiti, come detto la formazione si fa in presenza, ma usata con equilibrio o per corsi di nicchia, è efficace».

A settembre riaprono anche le scuole: sarà possibile tornare in classe?

«Parlo come Monica Barni, non come assessore perché le deleghe sono della collega Cristina Grieco che sta lavorando sul tema, ma i bambini devono tornare in classe. Anche se, tornando al ragionamen­to precedente, ci sono pochi insegnanti e a volte le strutture scolastich­e non sono adeguate».

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Profilo
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● Monica Barni, senese, È vice presidente della Regione con deleghe anche alla Università, è stata rettore dell’Università per stranieri a Siena
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