Senza capitani Pezzella, Badelj e Chiesa in partenza E la fascia dove va?
Per il centrocampista possibile un finale di carriera a Mosca, mentre sul difensore argentino ci sono il Valencia e il Napoli Discorso diverso per Federico: Commisso aspetta un’offerta
Loro c’erano. Indimenticabili, quei giorni, e impossibile, non portarne i segni nel cuore. Loro, sono German Pezzella e Milan Badelj. Gli altri, se ne sono andati (quasi) tutti dopo la rivoluzione seguita al cambio di proprietà. Loro no. E oggi e sono i testimoni dei valori che Davide Astori ha lasciato, indelebili, tra le mura del centro sportivo. Non a caso, sono capitano e vice. Carattere, anima, personalità, esperienza. In una parola: leader. Fratelli maggiori di una banda di ragazzi (la Fiorentina ha la seconda rosa più giovane dell’intero campionato) che però, adesso, rischia di perderli. Il loro futuro, infatti, è in bilico.
Certo, dipendesse da loro, Firenze resterebbe casa loro per sempre. Perché sentono la maglia cucita addosso, e quella terribile esperienza (la scomparsa di Davide) ha fatto si che si creasse un legame indistruttibile. La storia però, come detto, potrebbe avere un finale diverso. Soprattutto per Badelj. Tornato in prestito a Firenze dopo una (difficilissima) stagione alla Lazio, ha vissuto un campionato tra alti (pochissimi) e bassi. Era stato Daniele Pradè a volerlo. «È il primo nome che ho fatto quando ho parlato con Barone», raccontò il ds. «È l’acquisto più importante perché il nostro primo obiettivo è ricostruire un’identità e nessuno meglio di lui può aiutarci». Da quel punto di vista, Milan, non ha fallito. Anzi. Pur senza fascia da capitano (lasciata a Pezzella) si è comportato esattamente come gli aveva insegnato Davide. Ha accolto ogni nuovo acquisto, e giorno per giorno si è messo a disposizione dei compagni più giovani. Sul campo, invece, tanti problemi. Colpa anche di una serie di acciacchi che, soprattutto da gennaio in avanti, lo hanno parecchio condizionato. E poi il cambio di allenatore e l’arrivo di un mister, Iachini, che fin da subito ha risolto quel dualismo con Pulgar del quale tanto si era discusso. «Non possono giovissuto care insieme», ha detto il mister. E così, Milan, è finito in panchina, e a fine stagione non sarà riscattato.
Lo aspetta una nuova esperienza che, molto probabilmente, lo porterà lontano. In Russia, in particolare, alla Lokomotiv Mosca. E poi Pezzella. Il capitano. Un altro che ha un’annata tosta. Sotto tutti i punti di vista. Un rendimento non sempre all’altezza, prima del contagio. Positivo al Covid 19, l’argentino ha attraversato settimane complesse. Isolato dalla famiglia, e costretto a passare la quarantena da solo. Eppure, anche i quei giorni, è stato tra i più attivi nella chat di squadra. Stimolava i compagni, tirava su il morale. Un leader, appunto. In questi giorni si fa un gran parlare dell’interesse del Valencia. L’ipotesi è concreta, anche se per il momento il club spagnolo non si è avvicinato alla richiesta (circa 20 milioni) della Fiorentina. Il club preferirebbe sacrificare lui piuttosto che Milenkovic, non fosse altro che per una questione di età. Non solo Spagna, comunque. German piace anche a Napoli, e Roma. Si vedrà.
Di certo c’è che la Fiorentina, in un colpo solo, rischia di perdere tutti i suoi «capitani». Pezzella, Badelj, Chiesa. Capitano, vice, e terzo. Resterebbe Benassi, certo, come ultimo erede della Fiorentina di Davide». Un bel rischio. Soprattutto per una squadra così giovane. È vero, ci sarà Ribery, ma basterà? Probabilmente no. Per questo, sul mercato, si cercherà qualcuno che possa (qualora davvero se ne andassero sia Milan che German) raccoglierne l’eredità. Difficile. Forse impossibile. Eppure loro, il messaggio di Davide, lo hanno lasciato nei cuori dei compagni più giovani. E sarà come se fossero (comunque) viola per sempre.
Pezzella, Badelj e Chiesa, gli «uomini con la fascia» di Iachini, sono tutti e tre in partenza