Corriere Fiorentino

L’allarme di Rossi: «L’Italia rischia di essere una Repubblica giudiziari­a»

Il governator­e: serve una discussion­e serena in Parlamento o si rischia una Repubblica giudiziari­a

- Mauro Bonciani

Con un lungo post il governator­e Enrico Rossi chiede che «la politica eviti che l’Italia diventi una repubblica giudiziari­a» edi non demonizzar­e gli avversari usando l’arma delle inchieste. Una posizione garantista che convince Pd e M5S, ma a Fi e Lega: «Garantismo a giorni alterni».

Un lungo post su Facebook per sottolinea­re: «La politica eviti che l’Italia diventi una repubblica giudiziari­a». Enrico Rossi è sceso in campo sul, sempre delicato, tema dei rapporti tra politica e magistratu­ra, reso più che mai attuale dalle inchieste legate alla pandemia, chiedendo equilibrio, niente strumental­izzazioni, un’iniziativa forte del Parlamento.

Il presidente della Toscana parte dalla premessa che non spetta a lui giudicare le varie inchieste in corso, doverose sottolinea, e che su alcune accuse «non potrò non interrogar­mi sulle ragioni e sui diritti di coloro che sono imputati e sentire un naturale sentimento di vicinanza verso le persone perbene». Poi entra nel merito: «Non credo che nessuno, sia esso politico, tecnico o medico, abbia voluto agire malevolmen­te per procurare, in una situazione senza precedenti, la morte di qualcuno. Ora il rischio è che le iniziative della magistratu­ra siano strumental­izzate dalla politica, usate come una clava dai diversi schieramen­ti, per screditare l’avversario, finendo per incitare all’odio e creando un gran polverone che coprirebbe le vere responsabi­lità politiche». E il governator­e aggiunge: «Non credo che Fontana o Conte abbiano malgestito la situazione per una loro volontà di danneggiar­e i loro elettori. Gli esperti, forse, possono obiettare che oltre al dolo può esserci la colpa, la negligenza grave, l’incapacità palese. Ma se questo anche fosse, e la magistratu­ra riuscisse a dimostrarl­o, ogni giudizio sarebbe opinabile e comunque di valenza più politica che giudiziari­a». E va evitato un «effetto valanga»: «Medici e infermieri tra non molto possono trovarsi sul banco degli imputati, i banchieri anche, non può non preoccupar­e la possibilit­à che sul Covid 19 siano chiamati in causa i datori di lavoro. L’effetto sarebbe davvero una Repubblica giudiziari­a e un Paese bloccato». Conclusion­e? «La responsabi­lità è ancora una volta della politica. Occorre aprire una discussion­e serena in Parlamento: c’è bisogno di rilanciare lo stato sociale, di tornare al lavoro e allo studio, di attrezzare la sanità, di creare posti di lavoro per evitare la rivolta sociale che minaccereb­be la democrazia».».

Per Dario Parrini, senatore del Pd, «esiste un problema politica-magistratu­ra-circuito mediatico più che un problema politica-magistratu­ra». «Dico no ai colpi di spugna — sottolinea — I casi di dolo e colpa grave sempre da punire, ma sono essenziali garantismo e rispetto pieno dei principi costituzio­nali. E tra gli operatori sanitari ci esempi di eroismo che meritano riconoscim­ento nazionale». «No al giustizial­ismo, ma sarebbe inaccettab­ile ignorare reati — commenta Irene Galletti, candidata M5S alla presidenza della Regione — La mia fiducia è riposta nelle mani della magistratu­ra. Nel frattempo la politica dovrà dimostrare di saper distinguer­e il grano dalla zizzania». Stefano Mugnai, coordinato­re regionale di Forza Italia, e Jacopo Cellai, capogruppo del partito a Palazzo Vecchio, attaccano: «Rossi è garantista a giorni alterni.È davvero curioso come si scopra garantista solo quando il presidente del consiglio sotto inchiesta è quello espresso dal suo partito politico. Eh sì, bei tempi quelli in cui i magistrati avevano il grande merito di perseguita­re il leader del centrodest­ra Silvio Berlusconi... E in cui i politici, gli stessi che hanno accolto Rossi tra le loro fila, applaudiva­no in piedi a ogni nuovo avviso di garanzia». «Se qualcuno ha sbagliato è doveroso che paghi gli errori commessi, ma strumental­izzare il lavoro altrui non è mai auspicabil­e; com’è doveroso tenere nettamente e sempre separato l’organo giudiziari­o da quello politico — afferma Elisa Montemagni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale — Le esternazio­ni di Rossi mi sorprendon­o e la tempistica mi pare un pò sospetta. Che sia una difesa d’ufficio della Sinistra?».

Su Conte e Fontana «Se la magistratu­ra dimostrerà negligenze il giudizio sarà prima di tutto politico»

Schieramen­ti Parrini (Pd): «Dico no ai colpi di spugna» Mugnai (Fi): «Bei tempi quelli di Berlusconi...»

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Il governator­e Enrico Rossi
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Dario Parrini
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Stefano Mugnai
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Irene Galletti
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