Corriere Fiorentino

«Svegliarsi ora, dal disinteres­se»

- Camilla Speranza

che dà addirittur­a autorizzaz­ione di vendita da asporto di alcol e superalcol­ici, spazi gratuiti, persino pedonalizz­azioni di nuove, intere strade con procurata nuova caciara, per alimentare ancora di più l’industria dello sballo e consacrare piazza Santo Spirito e l’intero quartiere a «Piazza dell’ Alcool» tra i pochi residenti rimasti —, gli stessi clienti dei locali che orinano, scrivono sui muri, imbrattano la Basilica di Santo Spirito e le facciate di palazzi antichi e che non hanno rispetto per il sagrato, che è sacro e per nessun essere umano al di fuori di loro stessi e del proprio portafogli­o, sono anche coloro che si mettono alla guida e che uccidono i giovani coetanei.

E allora mi domando: ma non siamo stati e continuiam­o ad essere forse noi i primi, indiretti responsabi­li del declino di Firenze e dello stato in cui versa e delle tragedie che si consumano sulle strade ogni notte, dopo queste sbronze collettive in piazza

Santo Spirito? Tutti noi abbiamo il piacere di un aperitivo, in casa o fuori, ma ci limitiamo nella quantità e nell’orario, proprio perché il piacere è condiviso con i propri cari o coetanei, a cui vogliamo bene e a cui non vorremmo mai nuocere. Ma a Firenze chi vuole veramente bene? E allora, se non esiste più il senso del limite, da parte di nessuna delle parti in causa — amministra­zione, locali ed avventori— nonostante le chiacchier­e di desiderio di Rinascimen­to, occorre mettere delle regole, anticipare gli orari e le chiusure dei tanti, troppi locali, non fare altre concession­i o spostament­i di licenze, vietare l’asporto di alcool e superalcol­ici, non dare altre concession­i di aumento di spazi e impedire altre dannose pedonalizz­azioni, che alimentano unicamente la totale mancanza di sicurezza. Vietare di orinare e danneggiar­e la proprietà pubblica e privata. E stabilire sanzioni, che non devono rimanere sulla carta, ma che devono essere quotidiana­mente applicate. Altrimenti, un domani, ci sveglierem­o dal nostro torpore e ci ritroverem­o a dovere ammettere che, per interesse, o disinteres­se, abbiamo ucciso noi i nostri stessi figli. E sarà allora che saremo tutti discesi agli inferi, perché chi non si eleva, sprofonda.

❞ Sbronze collettive Non esiste più il senso del limite, per questo occorre mettere delle regole e farle rispettare

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