«Svegliarsi ora, dal disinteresse»
che dà addirittura autorizzazione di vendita da asporto di alcol e superalcolici, spazi gratuiti, persino pedonalizzazioni di nuove, intere strade con procurata nuova caciara, per alimentare ancora di più l’industria dello sballo e consacrare piazza Santo Spirito e l’intero quartiere a «Piazza dell’ Alcool» tra i pochi residenti rimasti —, gli stessi clienti dei locali che orinano, scrivono sui muri, imbrattano la Basilica di Santo Spirito e le facciate di palazzi antichi e che non hanno rispetto per il sagrato, che è sacro e per nessun essere umano al di fuori di loro stessi e del proprio portafoglio, sono anche coloro che si mettono alla guida e che uccidono i giovani coetanei.
E allora mi domando: ma non siamo stati e continuiamo ad essere forse noi i primi, indiretti responsabili del declino di Firenze e dello stato in cui versa e delle tragedie che si consumano sulle strade ogni notte, dopo queste sbronze collettive in piazza
Santo Spirito? Tutti noi abbiamo il piacere di un aperitivo, in casa o fuori, ma ci limitiamo nella quantità e nell’orario, proprio perché il piacere è condiviso con i propri cari o coetanei, a cui vogliamo bene e a cui non vorremmo mai nuocere. Ma a Firenze chi vuole veramente bene? E allora, se non esiste più il senso del limite, da parte di nessuna delle parti in causa — amministrazione, locali ed avventori— nonostante le chiacchiere di desiderio di Rinascimento, occorre mettere delle regole, anticipare gli orari e le chiusure dei tanti, troppi locali, non fare altre concessioni o spostamenti di licenze, vietare l’asporto di alcool e superalcolici, non dare altre concessioni di aumento di spazi e impedire altre dannose pedonalizzazioni, che alimentano unicamente la totale mancanza di sicurezza. Vietare di orinare e danneggiare la proprietà pubblica e privata. E stabilire sanzioni, che non devono rimanere sulla carta, ma che devono essere quotidianamente applicate. Altrimenti, un domani, ci sveglieremo dal nostro torpore e ci ritroveremo a dovere ammettere che, per interesse, o disinteresse, abbiamo ucciso noi i nostri stessi figli. E sarà allora che saremo tutti discesi agli inferi, perché chi non si eleva, sprofonda.
❞ Sbronze collettive Non esiste più il senso del limite, per questo occorre mettere delle regole e farle rispettare