Più è in campagna meglio è: il boom dei casali e delle ville
Il Centro studi: i turisti torneranno ai livelli del 1996, male gli alberghi
Per il turismo toscano sarà un salto nel passato. A quasi un quarto di secolo fa: i numeri delle presenze turistiche nella nostra regione, persi praticamente tre mesi e mezzo, «caleranno a quelli del 1996», cioè a circa 31 milioni, un terzo in meno di quelli ufficiali del 2019. Ma non tutto è grigio: se per i settori «tradizionali», alberghieri soprattutto, la ripresa è lentissima, per ville, case e tutto ciò che «psicologicamente sembra isolato» siamo quasi al sold out, nella campagna toscana e nelle zone sud della costa.
A dirlo sono le previsioni e le prime stime del Centro studi turistici, per quanto riguarda le strutture tradizionali (alberghiero ed extra alberghiero) e le prenotazioni su Airbnb, che ha lanciato pure un nuovo servizio, «Gonear», per facilitare le vacanze nel proprio territorio. «L’82% degli italiani quest’anno opterà per vacanze a corto raggio e all’interno del territorio nazionale» scrive Airbnb, che indica tra le cinque mete preferite «la campagna toscana».
Gianfranco Lorenzo del Cst spiega che «c’è forte incertezza ancora per le strutture ufficiali, mentre per case, ville e tutto ciò che viene considerato “isolato” in alcune zone della Toscana siamo già saturi» tra cui il grossetano e il livornese. La conferma viene dai territori. Presenze e prenotazioni in drastico calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma i segnali di ripresa (timidi) ci sono e gli operatori sperano in luglio e agosto, aspettando gli stranieri, per risollevare la stagione in Versilia e all’isola d’Elba. «Noi — dice Francesco Becciani, amministratore dell’Hotel Esplanade di Viareggio — siamo stati fra i primi a riaprire a inizio maggio e siamo andati progressivamente aumentando soprattutto grazie al settore business: per luglio e agosto siamo già al 40 per cento di appartamenti occupati, con l’arrivo delle famiglie. Siamo contenti, pensando che durante il lockdown tutte le prenotazioni erano state cancellate». Massimo De Ferrari è il presidente dell’Associazione albergatori Elba e la sua famiglia è proprietaria, sull’isola, dell’Hotel Hermitage a Porto Ferraio: «Qua da noi — racconta — per ora sono aperte solo una decina di strutture, le altre come la nostra apriranno entro la fine di giugno. È una scommessa, perché mancano certezze ed è stato impossibile in questa fase effettuare una programmazione seria: di interesse ce n’è tanto, nessuno prenota online ma tutti chiamano per avere informazioni a voce: per luglio ad oggi le prenotazioni sono attorno al 25–30% per luglio, ad agosto siamo fra il 50 e il 60%».
In Maremma, gli imprenditori tentano di scommettere sugli italiani, ma la formula sembra cambiare a seconda della zona o della struttura. Nella zona nord, nel golfo di Follonica il turismo italiano è basato soprattutto sulle seconde case, così gli alberghi si sono specializzati sul turismo straniero. Che quest’anno, a causa dell’emergenza Covid, sarà poco o nullo. Aria del tutto diversa quella che si respira nella zona Sud della Maremma, nella Costa d’Argento, dove gli hotel sono meta anche di clienti nostrani, sia del Nord Italia sia del Lazio. »Da qualche giorno le prenotazioni si sono impennate» dice Stefania Marconi, direttrice della Boutique-Hotel Torre di Cala Piccola. E non più vacanze mordi-e-fuggi ma per lunghi periodi.