Corriere Fiorentino

IL VICOLO CIECO DEL SALVINISMO

- Di David Allegranti

Assediato da Luca Zaia e Giorgia Meloni, il segretario della Lega Matteo Salvini sta cercando di sopravvive­re come può. Con risultati non eccellenti, diciamo, in vista delle prossime Regionali. L’ex ministro dell’Interno ha chiesto con insistenza una candidatur­a leghista nel Mezzogiorn­o, Puglia o Campania, mettendo in discussion­e i patti firmati mesi fa. Il radicament­o territoria­le al Sud è essenziale anche per frenare il calo dei consensi che si è intensific­ato con l’emergenza sanitaria. Non potendo contare su immigrazio­ne, sicurezza e attacchi all’Europa, cavalli di battaglia del salvinismo più feroce ma oggi politicame­nte poco appetibili, Salvini è costretto a ripiegare altrove. In assenza di una strategia chiara, deve puntare a spremere fino in fondo il consenso di un’epoca immediatam­ente precedente, quella delle Europee. Sempre che i voti di un anno fa, che oggi Salvini fa pesare nelle trattative con gli alleati, ci siano effettivam­ente ancora sui mitologici territori. Questo ragionamen­to è vero anche in Toscana. La candidatur­a di Susanna Ceccardi appartiene già a un’epoca d’oro della Lega salviniana, laddove si dimostra che i tempi della politica sono sempre più rapidi. Erano i tempi della vittoria di Pisa, sembra passato un secolo ma è solo due anni fa. Certo, non sono mutate le ragioni sociali di quella vittoria, né il centrosini­stra sembra avere alcunché da dire in questo momento per recuperare quel consenso perduto. Ma oggi non sembra essere il momento per candidatur­e eminenteme­nte salviniane, lo ha dimostrato già il caso l’Emilia-Romagna con la sconfitta (seppur onorevole) di Lucia Borgonzoni. Per questo Salvini, che ha passato gli ultimi giorni a inventarsi modi per schivare le cenciate degli alleati, sempre più forti (anche quelli interni, vedi Zaia), dovrà adesso cercare un modo per evitare che l’eventuale sconfitta della Lega in Toscana gli ricada direttamen­te sul groppone. Gli alleati gli hanno suggerito di virare su una candidatur­a civica. Il problema del civismo di centrodest­ra è che in Toscana non esiste o quasi. Finché c’era Matteo Renzi all’apice del consenso, peraltro, era un civismo condiviso con l’ex sindaco di Firenze. E comunque, le candidatur­e non si inventano dall’oggi al domani. Salvini ha fin qui perduto l’occasione di adattare la propria tattica al contesto mutato. I tempi, come insegna qualsiasi manuale elementare di scienza politica, sono fondamenta­li. C’è stato un tempo per il salvinismo feroce, ben oliato dai compagni di viaggio del M5S, adesso sarebbe il tempo per un conservato­rismo di destra non berciato.

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