«Intramoenia a rischio, medici pronti allo sciopero»
Il sindacato Anaao all’attacco: si doveva ripartire lunedì ma la data pare in bilico, la Regione chiarisca
Le difficoltà organizzative e amministrative delle Aziende sanitarie della Toscana rischiano di far saltare l’accordo tra Regione e sindacati dei medici sulla ripartenza delle attività ambulatoriali prevista da dopodomani. «Pur di riprendere l’attività abbiamo firmato un sofferto accordo con il governatore Rossi che prevedeva un impegno straordinario nel recupero del pregresso: le liste sono state ripulite, i nominativi dei pazienti da mettere in agenda consegnati e le sedute ambulatoriali programmate — attacca il segretario di Anaao Toscana
Flavio Civitelli — ma ora sembra che la libera professione sia stata sospesa, e questo ha creato molto malumore tra tutti quei professionisti che hanno atteso così tanto per rientrare negli studi professionali. Abbiamo chiesto chiarimenti alla Regione ma ci sono state date giustificazioni non chiare».
Dunque, se il 15 giugno l’intramoenia (libera professione) non dovesse ricominciare i medici della Toscana sono pronti alla mobilitazione. Perché, continua Civitelli, «non è che possiamo firmare degli accordi ballerini, che oggi valgono e domani non si sa». I problemi che potrebbero far slittare la ripartenza delle attività ambulatoriali e di prelievo sarebbero legate a questioni di carattere organizzativo e gestionale, non ultimo l’intasamento del Cup per quanto riguarda le richieste sui prelievi del sangue.
«La nostra parte l’abbiamo fatta — avverte Civitelli — non siamo disposti a fare da capri espiatori per le disfunzioni del sistema. Se dopodomani non si parte non escludiamo scioperi e assemblee all’interno delle Aziende. Il nostro timore è che il conto di certi ritardi, soprattutto amministrativi, vengano addebitati a medici e pazienti». Cosa che Anaao Assomed non accetterà soprattutto dopo che, anche durante la fase emergenziale dovuta al Covid-19, «i medici hanno fato il proprio dovere anche a rischio della vita e di contrarre il virus, come peraltro accaduto. Non accetteremo né ritardi né rinvii. Chiediamo che i nostri diritti e l’accordo stipulato con il presidente Enrico Rossi vengano rispettati, così come anche la nostra dignità», conclude Civitelli.