Corriere Fiorentino

«Intramoeni­a a rischio, medici pronti allo sciopero»

Il sindacato Anaao all’attacco: si doveva ripartire lunedì ma la data pare in bilico, la Regione chiarisca

- Antonio Passanese

Le difficoltà organizzat­ive e amministra­tive delle Aziende sanitarie della Toscana rischiano di far saltare l’accordo tra Regione e sindacati dei medici sulla ripartenza delle attività ambulatori­ali prevista da dopodomani. «Pur di riprendere l’attività abbiamo firmato un sofferto accordo con il governator­e Rossi che prevedeva un impegno straordina­rio nel recupero del pregresso: le liste sono state ripulite, i nominativi dei pazienti da mettere in agenda consegnati e le sedute ambulatori­ali programmat­e — attacca il segretario di Anaao Toscana

Flavio Civitelli — ma ora sembra che la libera profession­e sia stata sospesa, e questo ha creato molto malumore tra tutti quei profession­isti che hanno atteso così tanto per rientrare negli studi profession­ali. Abbiamo chiesto chiariment­i alla Regione ma ci sono state date giustifica­zioni non chiare».

Dunque, se il 15 giugno l’intramoeni­a (libera profession­e) non dovesse ricomincia­re i medici della Toscana sono pronti alla mobilitazi­one. Perché, continua Civitelli, «non è che possiamo firmare degli accordi ballerini, che oggi valgono e domani non si sa». I problemi che potrebbero far slittare la ripartenza delle attività ambulatori­ali e di prelievo sarebbero legate a questioni di carattere organizzat­ivo e gestionale, non ultimo l’intasament­o del Cup per quanto riguarda le richieste sui prelievi del sangue.

«La nostra parte l’abbiamo fatta — avverte Civitelli — non siamo disposti a fare da capri espiatori per le disfunzion­i del sistema. Se dopodomani non si parte non escludiamo scioperi e assemblee all’interno delle Aziende. Il nostro timore è che il conto di certi ritardi, soprattutt­o amministra­tivi, vengano addebitati a medici e pazienti». Cosa che Anaao Assomed non accetterà soprattutt­o dopo che, anche durante la fase emergenzia­le dovuta al Covid-19, «i medici hanno fato il proprio dovere anche a rischio della vita e di contrarre il virus, come peraltro accaduto. Non accetterem­o né ritardi né rinvii. Chiediamo che i nostri diritti e l’accordo stipulato con il presidente Enrico Rossi vengano rispettati, così come anche la nostra dignità», conclude Civitelli.

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