Già distribuite oltre 6 milioni «Il test del filtraggio fu positivo»
Da 3 mesi la certificazione non è più necessaria. I controlli? Sull’efficienza
Sul caso mascherine la Regione fa sapere di aver distribuito 6 milioni e 700 mila dispositivi di quelle provenienti dalla partita realizzata dalle aziende cinesi coinvolte nell’inchiesta. Inoltre, la Regione spiega che, a marzo, aveva mandato le mascherine in questione all’Istituto Superoriore di Sanità, affinché ne vagliasse la qualità e potesse dare eventualmente il via libera alla certificazione. Ma dal 17 marzo in il Decreto Cura Italia (all’articolo 16, comma b) ha stabilito che è decaduto l’obbligo di certificazione: il motivo è che la pandemia e il conseguente fabbisogno mondiale di mascherine ne hanno determinato una carenza globale; così di fatto è stato dato il via libera a prodotti con una procedura di autorizzazione su base regionale, in modo da poter fornire il prima possibile una protezione ai cittadini, pur con dispositivi non certificati.
Non è una posizione nuova, quella della Regione: lo scorso 13 maggio, la direttrice di Estar, Monica Piovi, aveva messo nero su bianco questi concetti in risposta a un’interrogazione in Consiglio che il leghista leghista Jacopo Alberti aveva fatto alla giunta. «Nel giro di poche ore è stato necessario rivolgersi ai produttori locali in grado di fornire immediatamente mascherine Tnt (in tessuto non tessuto, ndr)», scriveva Piovi, facendo riferimento alle procedure d’urgenza autorizzate dal decreto legge del 17 marzo. Estar spiegava che non si trattava di dispositivi medici, che le mascherine erano al vaglio dell’Istituto Superiore di Sanità, ma che nel frattempo la Regione le aveva autorizzate attraverso canali di verifica da lei selezionati. In particolare, ad essere scelto per i test sulle mascherine Tnt, ribattezzate Tuscany, era stato il dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, che aveva dato parere positivo sul materiale utilizzato, pur non esprimendosi invece sulla forma e la vestibilità dei dispositivi, né essendo abilitato a fornire certificazioni formali. La professoressa Rita Traversi, del dipartimento di Chimica, rispetto a quegli esperimenti spiega: «Noi abbiamo testato l’efficienza di filtrazione e di respirabilità del materiale di tessuto non tessuto che la Regione ci ha fornito: il Tnt si è dimostrato valido sia da un punto di vista di efficienza di filtrazioni e sia da quello di respirabilità. In particolare, la filtrazione delle particelle è risultata sempre superiore al 95 per cento, quindi un grado di affidabilità alto».
Le mascherine Tuscany sono quelle di colore bianco distribuite gratuitamente dalla Regione. Quelle celesti, invece, sono classiche mascherine chirurgiche importate dalla Cina. E da alcune settimane riportano esplicitamente la dizione «Non sono dispositivi medici» a causa delle nuove norme doganali.
La risposta di Estar a maggio «Nel giro di poche ore è stato necessario rivolgersi ai produttori locali in grado di fornire immediatamente le protezioni»