Corriere Fiorentino

Il caso di Paterno

Discarica abusiva, un anno e mezzo all’imprendito­re

- V.M.

Fanghi di conceria, scarti della Solvay di Rosignano, plastiche, pneumatici e lastre in fibra di amianto. Per anni, la ex cava di Paterno ha ricevuto e anche interrato rifiuti anche pericolosi diventando così una discarica a cielo aperto. Così ritiene il tribunale di Firenze che ha condannato l’imprendito­re Lanciotto Ottaviani a 1 anno e mezzo e a un’ammenda di 12 mila euro con l’accusa discarica abusiva. Il giudice Gaetano Magnelli ha disposto la confisca dell’area e degli immobili già sotto sequestro e ha assegnato al Comune di Vaglia, assistito dall’avvocato Matteo Ormi, una provvision­ale di 152 mila euro, in attesa che il tribunale civile stabilisca l’intero ammontare del risarcimen­to. Nessun indennizzo invece per la Regione Toscana, che si era costituita parte civile. «Leggeremo la sentenza e impugnerem­o — è il commento dell’avvocato Luca Bisori difensore dell’imputato — Ottaviani ha sempre respinto le accuse. Ha sempre gestito gli stessi materiali, tra cui anche il polverino mesh, inviati nella ex cava di Paterno per la produzione di calce. Non dimentichi­amo che il tribunale di Genova ha riconosciu­to che il polverino mesh è una sostanza legittima e non un rifiuto». Soddisfatt­o il sindaco di Vaglia Leonardo Borchi: «Il tribunale ha stabilito che quel materiale interrato nella ex cava è un rifiuto. Ci vorranno anni e denaro per bonificare, un compito che riusciremo a portare a termine solo con il sostegno della Regione e del Governo». Filler di conceria di Santa Croce, polverino mesh (scarto di risulta delle sabbie abrasive prodotto da una ditta di Aulla), salamoie della Solvay. I rifiuti, secondo l’accusa, erano acquistati dalla Industrial­e Vaglia di Lanciotto Ottaviani e della figlia Tullia per impiegarli nella produzione della calce. Sacchi e scorie in parte interrati, in parte per anni esposti al vento e alla pioggia. Parte dell’inchiesta sui 1300 big bags di polverino 500 mesh, fu trasferita per competenza a Genova e il tribunale assolse dall’accusa di traffico di rifiuti sette persone, tra cui gli Ottaviani, ritenendo che quella sostanza era legittima. Ma per la discarica, un anno fa Tullia Ottaviani era stata condannata a 6 mesi in abbreviato. Ieri identica sorte è toccata al padre.

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