Dentro e fuori il Museo Novecento, con Canevari
Oggi si inaugura il progetto di arte pubblica «Off». L’opera «Ho fame» nel Tricolore
Sarà capace l’arte di costruire un nuovo Umanesimo? Ci prova il Museo Novecento affidandosi al progetto di arte pubblica Off, e presentando Ho Fame, opera di Paolo Canevari. Su una grande parete (12×3.50 metri) nel cortile del museo progettata per ospitare periodicamente un’opera di sensibilizzazione sociale, a lanciare un messaggio di arte pubblica, da oggi ecco la Rolls Royce nera di Paolo Canevari sul cui parabrezza compare in bianco la scritta Ho fame. Un evidente conflitto tra quel simbolo di ricchezza, la vettura, e la frase, un grido di povertà estrema. L’opera esposta, ispirata ai cartelli che accompagnano gli homeless, viene riprodotta in contemporanea sulle pagine dei quotidiani locali e su manifesti di diverso formato affissi nelle strade delle città, nel chiaro intento di allargare il discorso dell’arte alla partecipazione sociale.
«Paolo Canevari— sottolinea Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento — prende di petto le grandi questioni geopolitiche, sociali, religiose ed ecologiche del nostro tempo, si scontra con le grammatiche del potere, con la retorica maschilista, con la violenza, con il razzismo, con la povertà e con l’ingiustizia. Ho fame è un’immagine deflagrante tanto più in un periodo come quello che stiamo vivendo, in cui la crisi attuale livella tutte le classi sociali, nel segno di un dramma finanziario che travolge tutti. Le opere di Canevari, però, hanno più piani di lettura, nello scontro violento tra l’ostentazione del lusso e quella della povertà assoluta, possiamo leggervi anche una dose di amaro sarcasmo». «Mi considero fortunato a vivere in questo periodo storico, consapevole dell’importanza dell’arte come opportunità politica di porre interrogativi», ha dichiarato Paolo Canevari
La sua opera sarà visibile fino al 13 luglio, secondo l’idea di rotazione per cui la parete è stata pensata. Ad inaugurare questo spazio espositivo dipinto con i colori della bandiera italiana, in occasione della Festa della Repubblica, era stata un’opera di Fontana circoscritta appunto all’interno del grande Tricolore.