La Maremma resiste, ispirandosi alla pioniera
Da Castiglione della Pescaia a Principina: la crisi svuota gli alberghi, ma le ville vanno a ruba
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA Qualche flash dall’estate (GROSSETO) che non c’è (per ora). David Boschi, 54 anni, imprenditore di Castiglione della Pescaia, tre alberghi e due ristoranti, dice: «Abbiamo solo 3-4 stanze occupate. Abbiamo riaperto solo per i nostri dipendenti». Un salto a Marina, albergo Rosmarina con ristorante: «Su 40 stanze ad oggi ne abbiamo occupate solo 6. Il turismo a Grosseto è spento», sostiene Emanuela Fontana Antonelli, 70 anni. Gli fa eco Bernardo Pesciulesi, 54 anni, campeggio Eden di Marina, 400 posti: «Nel 2019 a metà giugno eravamo al completo, quest’anno troppi posti vuoti».
Da Castiglione della Pescaia a Principina a Mare, lungo la costa grossetana, la più estesa della Toscana, per ora la ripresa non si è vista. È un po’ come guardare le nuvole: tornerà il bel tempo? «Noi confidiamo che la gente arrivi. Il territorio grossetano è poco antropizzato, ci sono molti spazi aperti, grandi pinete, spiagge larghe…», sottolinea Luca Agresti, 45 anni, assessore al turismo di Grosseto. La Maremma è terra di gente coraggiosa. Di ex minatori temprati alla fatica e al dolore. Mai domi, ma ribelli e intraprendenti. Come Adina Lami, «donna coraggiosa e lungimirante, da cui è nato il turismo a Castiglione della Pescaia», racconta la bisnipote Donatella Guidi, 63 anni, titolare dell’albergo Miramare, 37 stanze, 3 stelle, prezzi da 150 a 200 euro e spiaggia di proprietà.
Siamo nel 1918. Da Vetulonia Adina decide di trasferirsi con il carretto, il marito e otto figli a Castiglione, allora borgo turistico invernale per i nobili che andavano a caccia agli acquatici, nel padule della Diaccia Botrona. Adina si fa prestare i soldi e nel 1919 costruisce l’albergo Roma. Otto anni dopo il Miramare. Castiglione è la quarta città della Toscana per numero di turisti,dopo Firenze, Pisa e Montecatini, la quattordicesima spiaggia della penisola per presenze e fa parte del G20, la rete nazionale delle località balneari più importanti. Vi si arriva da Follonica, «la Manhattan del Tirreno», come è stata ribattezzata, per i suoi grattacieli in riva al mare, in un susseguirsi di incanti: le cale, la più famosa Cala Violina, Punta Ala con il suo porto e i tramonti mozzafiato, la spiaggia delle Rocchette e quella esclusiva di Roccamare, dove si trova uno dei campi da golf più belli d’Europa.
Eppure si soffre per un turismo che non decolla. Soffrono anche i bisnipoti di Adina. Oltre al Miramare, la famiglia Guidi, albergatori da cinque generazioni, hanno creato un nuovo albergo, Haqua, nel centro storico di Castiglione. Solo dieci stanze. Top, esclusive, assicurano i proprietari. Doveva aprire i battenti a fine maggio. Una coppia per il loro matrimonio lo avevano prenotato tutto per tre giorni. Poi però è arrivata la pandemia e i telefoni hanno cominciato a squillare brutte notizie: «Purtroppo dobbiamo disdire».
Disdetta, l’incubo degli operatori turistici. Solo a fine maggio i telefoni hanno ricominciato a squillare. Al Miramare: «Avete una stanza?». Allo stabilimento Moby Dick di Simone Guerrini, 42 anni, a Marina di Grosseto: «Avete un ombrellone?». Al ristorante «Il 13» di Paolo Luciani, 53 anni, presidente dei ristoratori di Castiglione: «Paolo, hai un tavolo per quattro persone?». Dalle disdette di marzo alle prenotazioni (poche) di giugno. Con fatica, però. E con modalità e presenze diverse. Da settore a settore: meglio i bagni, i ristoratori e gli affitti: «Le ville con piscina vanno a ruba e in genere le seconde case. Peggio le strutture con spazi da condividere con altri», osserva Stefano Antonelli, 62 anni, che affitta appartamenti immersi nel verde in località Case di Vetulonia. Faticano al contrario le strutture ricettive di condivisione, come gli alberghi, gli agriturismi e i campeggi. Castiglione della Pescaia è frequentato soprattutto da un turismo medio-alto. Molti gli stranieri: «Il 40 per cento dei nostri turisti sono tedeschi, svedesi e del nord Europa», sottolinea il sindaco Giancarlo Farnetani. Gli italiani invece sono toscani (350 mila presenze), lombardi (oltre 200 mila) ed emiliani e romagnoli (poco più di 100 mila).
Mentre a Marina e Principina a Mare, frazioni di Grosseto, dove l’amministrazione sta utilizzando i vigili a cavallo, stile butteri, per il controllo delle spiagge, e nel parco della Maremma, il turismo è più popolare e regionale. Si potrebbe pensare per questo che qui la crisi si avverta di meno. Così non è (per ora). Attenzione, però. Che la pandemia non diventi un alibi, avverte Gianni Lamioni, 56 anni, presidente di Confartigianato: «Il turismo della Maremma sconta due problemi di fondo: il deficit infrastrutturale e l’assenza di una strategia di insieme». Come dire, Maremma bella ma inarrivabile.
(5. Fine)
La storia Nel 1918 Adina Lami si trasferì da Vetulonia a Castiglione della Pescaia e aprì il primo hotel della zona