La garanzia di un medico per far tornare gli studenti Usa
Accordo con le Misericordie in vista del rientro: assistenza sanitaria in caso di sintomi legati al Covid
Un accordo per non lasciare soli gli studenti Usa in Italia, in caso ritornasse una nuova ondata o qualcuno dovesse ammalarsi di coronavirus. È l’intesa che è stata annunciata ieri e che verrà firmata domani tra Regione, Misericordie e Aacupi toscana, l’associazione delle università Usa nella nostra regione. L’accordo però potrebbe diventare un progetto pilota nazionale ma è solo uno dei due principali problemi che l’Aacupi aveva posto alle istituzioni locali e nazionali per spingere al rientro in Italia di decine di migliaia di studenti che frequentano (o meglio frequentavano) solo a Firenze oltre 50 programmi (i corsi universitari in Usa si chiamo così). L’altro nodo però dipende da Roma e riguarda la semplificazione per i permessi di soggiorno, con i tempi e le lungaggini note.
La buona notizia, intanto, è che l’accordo con la Regione porterà a una procedura certa per gli studenti in caso di sintomi legati al coronavirus. Chi frequenta le università Usa è già coperto da assicurazioni private, ma in caso di coronavirus non c’era un percorso certificato per le procedure di test e presa in carico visto che i ragazzi non avevano il medico di base. Sarà allora la Misericordia a svolgere questo ruolo, attivando così — dopo la prima visita — i test e poi l’eventuale isolamento compreso di cure necessarie ( a carico delle assicurazioni). «Spiegheremo tutto lunedì», conferma il presidente Aacupi toscano, Fabrizio Ricciardelli, ringraziando però già da ora per «la lungimiranza il presidente Enrico Rossi, l’assessore al Welfare Stefania Saccardi e la consigliera regionale Titta Meucci che ci ha sostenuto».
E l’altro fronte? «Ancora non ci sono risposte» dice Riccardelli. La richiesta è trovare una soluzione al problema del permesso per venire a studiare in Italia. Se la permanenza è superiore agli 89 giorni (e la maggior parte dei programmi lo sono) occorre un vero e proprio permesso di soggiorno. Per ottenerlo occorrono mesi, di conseguenza tante università evitano in questo momento di prevedere nuovi programmi in Italia in autunno, viste le incertezze. «Invece Francia e Spagna hanno allungato la ”dichiarazione di presenza” (equivalente a una sorta di dichiarazione che ci si trova nel Paese per turismo ndr) a 180 e 150 giorni» racconta Ricciardelli. In pratica,« Spagna e Francia stanno sfruttando la situazione per entrare nel mercato più pesantemente». Da tempo l’Aacupi ha chiesto tramite le istituzioni locali un provvedimento del genere: «Il governo italiano dovrebbe garantire a tutti gli studenti Aacupi la dichiarazione di presenza allungata fino a 150 giorni. I questo modo gli studenti che si fermano più di tre mesi sarebbero esentati dalla richiesta di permesso di soggiorno, un procedimento che nella maggior parte dei casi non si conclude prima del ritorno a casa dei ragazzi e va a intasare inutilmente le ambasciate italiane».
Altrimenti, il rischio è che i (pochi) che torneranno faranno corsi più brevi per rispettare il termine degli 89 giorni, facendo perdere l’indotto della loro permanenza più lunga (e pure i posti di lavoro, sono circa 2 mila docenti e dipendenti italiani delle università Usa in Toscana). Ma le prenotazioni sono ripartite? «Alcune in autunno sì, ma senza questo provvedimento si parla praticamente solo dei corsi del prossimo anno» spiega Ricciardelli.