Nardella, l’idea «zona franca»
Al governo: regime speciale per le città d’arte alle prese con il collasso dell’economia
Poteri da commissari per realizzare le grandi opere, sul modello Genova, perché dalle Città metropolitane passano «il 24% degli interventi pubblici» e ora riattivarli velocemente è fondamentale per far ripartire l’economia. E per le città d’arte e a forte vocazione turistica vanno create «zone blu economiche», dove i sindaci abbiano un’autonomia importante per dare «agevolazioni, incentivi, fiscali e non» per aiutare i settori più colpiti dalla crisi, quelli del turismo, e attrarre nuove imprese e attività. Sono i due punti principali del lungo intervento svolto dal sindaco di Firenze Dario Nardella agli «Stati Generali» convocati a Roma, la serie di incontri con le parti sociali voluta dal presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Nardella, intervenuto come coordinatore dei sindaci delle Città metropolitane dopo il coordinatore delle Regioni Stefano Bonaccini e il presidente Anci Antonio Decaro, aveva già preannunciato alcune delle richieste e fatto capire che i Comuni (non solo quelli grandi) hanno bisogno di interventi ad hoc. Anche perché, aveva già detto ieri mattina in tv, «in centro a Firenze 1.200 aziende, ristoranti e locali, sono in ginocchio» anche se il Comune ha concesso spazi per i tavolini: «Sono oltre 400 (470, ndr) e trovo che sia una buona misura». Ma di fronte ad un possibile calo del 15% del Pil è chiaro che sono pannicelli caldi.
Per questo motivo nel suo intervento Nardella ha chiesto interventi importanti, in termini di miliardi di euro, per diversi settori. Sulle città turistiche c’è da fare molto di più perché «il turismo è stato fino al 2019 un settore in crescita con un più 6,6% di spesa internazionale sull’Italia alla quale è corrisposto un più 5,8% di arrivi internazionali su un complessivo più 4% di crescita di passeggeri aeroportuali totali. Le entrate dovute al turismo rappresentano circa il 40% delle esportazioni di servizi, con un contributo strutturalmente positivo alla bilancia commerciale» ha ricordato Nardella. Ora però tutto o quasi è fermo e gli interventi vanno previsti sia per le città d’arte che per quelle «hub» aeroportuali e per i distretti balneari e montani. Partendo con «l’istituzione delle “zone blu economiche” per i Comuni la cui economia è fortemente, o prioritariamente, incardinata sul settore turistico (che può rappresentare anche il 30, 40, 60 o addirittura il 90% del Pil locale)». La strategia, dice Nardella, dopo un sostegno alla ripartenza del turismo italiano interno, deve passare da una campagna internazionale per il «brand Italia» e dalla creazione di «corridoi sicuri per turisti stranieri sull’esempio degli accordi tra Croazia e Germania».
La vera ripresa però riparte dall’economia pesante e nel settore degli investimenti le
Città metropolitane possono giocare un «ruolo fondamentale». E oltre alla semplificazione, a meccanismi di finanziamenti diretti agli enti locali anche con fondi europei, Nardella propone «per le opere strettamente strategiche di interesse locale, di importo non inferiore a due milioni di euro» di utilizzare «il modello Genova e applicarlo a tutti i sindaci, anche delle Città metropolitane, consentendo loro, con possibilità di delega, di agire anche in deroga al Codice appalti ma nel rispetto dei vincoli inderogabili dell’Unione europea. Esattamente come per il Ponte di Genova, appunto» e con un sistema di controllo e verifica triennale. Non solo.
Nardella chiede un «Piano Italia dei Comuni (dai distretti del benessere, ai borghi culturali, ai Comuni del riposo ed altro)» usando i fondi europei sulle linee dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, sull’accesso al digitale e persino chiedendo ai soggetti pubblici e privati di comunicare i «big data» a partire dalla sanità per gestire i prossimi mesi di lotta al Covid, ma non solo: pure «sui sistemi di welfare, sulla gestione dei rifiuti, sul supporto alle attività produttive, sul controllo del territorio» e sulla mobilità. Per agire, occorre conoscere i fenomeni, ed i big data sono fondamentali. Infine, un po’ a sorpresa, Nardella chiede anche una «grande campagna contro la disinformazione contro il 5G», la nuova rete di trasmissione dati cellulari ad altissima velicità, contro cui si scagliano No Vax, complottisti e produttori di fake news. Perché come aveva già detto la mattina in diretta ad Agorà, «c’è un clima di esasperazione pesante, dobbiamo stare molto attenti perché se non arrivano strumenti concreti questa esasperazione può diventare disperazione e può essere strumentalizzata da movimenti politici ultra populisti».
❞ Fronte Firenze In centro ci sono 1.200 aziende, ristoranti e locali in ginocchio Abbiamo concesso loro tavolini all’aperto, le richieste sono oltre 400 e trovo che sia una buona misura