Corriere Fiorentino

Si sono rivisti, con il divieto di abbracciar­si

Primo giorno di visite dopo il lockdown. Anziani e famigliari in giardino, a due metri di distanza

- Jacopo Storni

Si sono rivisti, PONTASSIEV­E quattro mesi dopo. Qui siamo nel giardino della Rsa Villa Laura, a Pontassiev­e. I famigliari degli anziani ricoverati sono arrivati uno alla volta. L’incontro è avvenuto all’esterno della struttura, a due metri di distanza. Proibito per sicurezza ogni contatto.

Chiara non vede la nonna da quattro mesi. Quando varca la soglia dell’Rsa ha il pancione di nove mesi. E quando la nonna Augusta la vede arrivare con quel pancione, si mette quasi a piangere dall’emozione. Saluta con la mano e dice: «Come sei bella, che bella pancia, siete già in due dentro quel corpo». La nipote guarda gli occhi liquidi della nonna, le mostra bene la pancia e le confida: «La chiameremo Sofia, dovrebbe nascere tra pochi giorni, proprio oggi scade il tempo». La nonna, seduta sulla carrozzina a due metri di distanza, si porta il fazzoletto agli occhi e chiede: «Avete già comprato il passeggino? E la culla?». La nonna ha novant’anni ma ancora si preoccupa come se fosse una madre. «Certo nonna, abbiamo tutto, anche i vestitini e le coperte».

Le Rsa, da ieri mattina, hanno riaperto alle visite dei parenti. Momenti commoventi a Villa Laura di Pontassiev­e, struttura della Misericord­ia di

Firenze, una delle poche case di riposo a non aver registrato neppure un caso di Coronaviru­s né tra il personale né tra gli ospiti.

Sette visite il primo giorno, tutte in giardino per evitare potenziali contaminaz­ioni. Tra queste c’è quella di Luisa, figlia della novantenne Marta. Gli ospiti devono restare a distanza dei propri familiari, queste sono le regole. A delimitare i due metri c’è un mattoncino che i figli degli anziani non possono superare. Ma Luisa, vestita di rosso elegantiss­ima, arriva con il cane al guinzaglio che però è troppo felice di rivedere nonna Marta. E allora scodinzola, le va incontro, il guinzaglio viene tirato, l’anziana signora vorrebbe accarezzar­lo. È vero, ci sono le regole, ma lei sussurra: «Vieni Rex, vieni, fatti accarezzar­e, quanto mi sei mancato, sei un tesoro, tutto avrei pensato meno che oggi avrei potuto vedere il mio dolce Rex». Poi si guarda attorno e chiede: «Vorrei dargli qualcosa da mangiare, non c’è niente che posso dargli?». E la figlia Luisa si emoziona: «Ho i brividi in tutto il corpo, erano oltre tre mesi che non vedevo la mia mamma». Poi le dice: «Mamma, ti ho portato quelle caramelle che ti piacciono tanto, le ho lasciate agli operatori della casa di riposo, così puoi mangiarle quando vuoi, anche se ti vedo un po’ ingrassata».

Non è facile parlarsi a distanza dopo tre mesi di vuoto e video chiamate su whatsapp. Parole che vanno e parole che vengono. Ci si dice tutto.

E poi c’è l’anziano Brizio, che ripete in continuazi­one di sentire dolore al corpo. È in carrozzina e si muove male. C’è sua figlia, si siede per terra a due metri di distanza, parla al padre e gli dice di stare tranquillo: «Vedrai che dopo pranzo, quando ti metti a letto, i dolori passeranno poco a poco». Brizio ha voglia di fumare e allora un ospite dell’Rsa scende in pigiama e gli porta una sigaretta. Una piccola soddisfazi­one. Poi si rivolge alla figlia e dice: «Vieni qui, vieni più vicino». Ma non si può, risponde la figlia: «Vedrai babbo che arriverann­o presto tempi migliori e potremo riabbracci­arci, come facevamo una volta». È difficile vedersi e non toccarsi, non accarezzar­si, non darsi la mano, un abbraccio. Le visite dei parenti, in via sperimenta­le e molto contingent­ate, erano già cominciate nei giorni scorsi. Tra queste un figlio che si è presentato con il bambino appena nato nella culla. L’anziano nonno si è alzato dalla sedia per andare incontro al nipotino e prenderlo in braccio, ma si è dovuto rimettere a sedere per mantenere le distanze. «Queste sono le regole della Asl — dice la direttrice Cecilia Valleri — Per entrare misuriamo a tutti la febbre e spruzziamo il gel, dobbiamo continuare a seguire ogni giorno le regole perché il virus è ancora tra noi e potrebbe tornare. È dura gestire la struttura in queste condizioni, ma è l’unico modo per avere zero contagi, come è successo da noi, e questo è stato un motivo di grande orgoglio».

❞ L’attesa del contatto Vedrai babbo che arriverann­o presto tempi migliori e potremo riabbracci­arci come facevamo una volta, come piace a te

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 ??  ?? Sopra Brizio e sua figlia nel cortile della Rsa Villa Laura a Pontassiev­e. A destra Luisa, il cane Rex e nonna Marta. Sotto la signora Augusta con la nipote incinta
Sopra Brizio e sua figlia nel cortile della Rsa Villa Laura a Pontassiev­e. A destra Luisa, il cane Rex e nonna Marta. Sotto la signora Augusta con la nipote incinta
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