NON SOLO FRANCHI: SÌ A UN CONCORSO PER TUTTO IL QUARTIERE
Gentile direttore, era il 13 settembre del 1931 quando fu giocata la prima partita nello stadio progettato da Pier Luigi Nervi. La scelta di collocare l’impianto nell’area di Campo di Marte era funzionale alla logistica (la vicinanza alla stazione ferroviaria) e all’urbanistica, data la vocazione sportiva della zona. Nei quasi novant’anni trascorsi da allora sono state giocate molte partite, si sono svolti importanti eventi di spettacolo e Campo di Marte ha mantenuto la sua vocazione ad accogliere attività sportive. Nel frattempo quest’opera è stata classificata tra le più interessanti del razionalismo italiano, spesso presa ad esempio di una cultura architettonica che ha insegnato in tutto il mondo. L’Ordine degli Architetti di Firenze non intende entrare nel dibattito calcistico della città, ma ritiene che sia necessario ribadire che la cultura architettonica vada preservata e che un monumento come lo stadio Franchi debba continuare a trasmettere quel messaggio di bellezza, funzionalità, integrazione urbana. Non sfugge la necessità, anzi l’urgenza, di consistenti opere di consolidamento e rifunzionalizzazione. In quest’ultimo anno si è spesso parlato di restyling del Franchi. Forse si dovrebbe cominciare a usare il termine corretto per intervenire sullo stadio: restauro del moderno. Se non vogliamo infilarci in un altro vicolo cieco, la questione va affrontata con molto pragmatismo, e in questo senso è impossibile non tener conto del valore del Franchi nella storia dell’architettura e dell’ingegneria moderne: dimenticarlo non porterebbe molto lontano, perché non è immaginabile poter demolire in grande parte un impianto come questo. Ma non va nemmeno dimenticato che il concetto di restauro non prevede solo piccoli ritocchi, bensì anche interventi molto rilevanti, come l’aggiunta di importanti segni contemporanei: possiamo immaginare un intervento che, mettendo al centro la valorizzazione dell’opera esistente, e quindi integrando e non distruggendo, possa portare a contemperare le esigenze della società con quella del monumento, e Firenze ad avere uno stadio unico che nessun’altra città potrebbe vantare.
Da parte nostra, torniamo a sottolineare l’esigenza di un confronto serrato fra il Comune, la Soprintendenza e l’investitore, per mettere sul tavolo una volta per tutte vincoli ed esigenze imprescindibili e trovare un punto di equilibrio. Un confronto che allarghi lo sguardo a tutto Campo di Marte. Si è perso un anno senza agire con efficienza soprattutto per quest’area. Se fosse andata avanti l’ipotesi Mercafir, quale sarebbe stata la risposta di Firenze per lo stadio Artemio Franchi? Cosa sarebbe successo alla zona di Campo di Marte? Si è parlato a lungo di un concorso di idee che potesse coinvolgere le migliori menti progettuali, ma ad oggi quest’idea è rimasta nel cassetto. L’Ordine degli Architetti si è sempre reso disponibile a supportare l’Amministrazione per proporre idee procedurali su come risolvere questo fondamentale nodo urbanistico di Firenze. La nostra proposta è quindi quella di bandire prima possibile un concorso di idee per raccogliere spunti, visioni e innovazioni per tutta l’area del Campo di Marte, stadio compreso, seguendo quanto proposto anche dalla Soprintendenza per le ipotesi specifiche sul Franchi.
Se la Fiorentina deciderà di continuare a giocare nello stadio di Firenze, potrà sfruttare gli esiti del concorso di idee per sviluppare un progetto che sarà certamente ben accolto da tutta la città. Se sceglierà di realizzare un nuovo stadio, Firenze si rimboccherà le maniche e darà un nuovo futuro all’area del Campo di Marte.
❞ Obiettivi Bisogna raccogliere spunti, idee per una nuova visione di Campo di Marte
❞ Scenari Se poi la Fiorentina decidesse di puntare altrove, Firenze dovrà rimboccarsi le maniche