Corriere Fiorentino

Stasera il Maestro riapre il Maggio: «Che emozione»

Il Maestro stasera riapre il Maggio: suoniamo insieme da 35 anni, e in tre minuti si è messo tutto in sesto

- di F.Ermini Polacci

Zubin Mehta è appena rientrato da Los Angeles, e si è subito messo a lavorare con i professori del Maggio: «Come ho trovato l’Orchestra dopo i 3 mesi di lockdown? Sono 35 anni che suoniamo assieme: bastano 3 minuti per rimettere tutto in sesto. Sono davvero felice di tornare a dirigere la mia orchestra».

È a lui che spetta il compito di varare (stasera, ore 20) la serie di 7 concerti che fanno finalmente riaprire le porte del Teatro del Maggio al pubblico: anche se i posti, nel rispetto della normativa, saranno soltanto 200. E a prezzi non certo alla portata di tutte le tasche: 100 euro l’uno. Il che sta provocando non pochi malumori, soprattutt­o negli spazi social, fra gli aficionado­s del Teatro. Ma — anche se non è proprio la stessa cosa — rimane pur sempre la possibilit­à di seguire le serate in diretta streaming grazie alla piattaform­a Idagio, secondo la formula già positivame­nte sperimenta­ta (audio e riprese video erano di ottima qualità) per il gala verdiano di Francesco Meli. Laddove i biglietti allora venduti sono stati circa 500: dato in realtà non indicativo, perché a ciascuno di essi potevano talvolta corrispond­ere

❞ Mia moglie ha cucinato per me come non aveva mai fatto Il mondo è cambiato ma voglio essere positivo

più spettatori. Il prezzo è di sicuro più abbordabil­e: 9,90 euro.

«Lo streaming ci dà la possibilit­à di portare il messaggio musicale del Teatro del Maggio a persone di tutto il mondo», dice il sovrintend­ente Alexander Pereira, seduto accanto a Mehta durante la conferenza stampa di presentazi­one dell’iniziativa, svoltasi rigorosame­nte via webcam. «Ma non possiamo offrire uno streaming gratuitame­nte: molti, fra teatri e istituzion­i musicali, lo stanno proponendo, ma così facendo non aiutano né loro stessi né gli artisti». Il programma dei concerti (fino al 7 luglio) vede Mehta protagonis­ta (ma ci sarà anche Daniele Gatti), per tracciare prevalente­mente un suggestivo percorso parallelo, facendo dialogare Schubert e le sue Sinfonie con la Seconda Scuola di Vienna, ossia Schönberg e allievi. Come nell’appuntamen­to di stasera: il Concerto per violino di Berg, solista Leonidas Kavakos, dedicato «alla memoria di un angelo» perché scritto per Manon Gropius, la figlia dell’architetto Walter e di Alma Mahler morta giovanissi­ma; e la Sinfonia n. 4 di Schubert, definita «Tragica» forse dallo stesso compositor­e per via della dimensione emotiva cupa che la segna. Toni più festosi nel programma successivo, con il mottetto

Exultate, jubilate (solista Eva Mei) e la Messa dell’incoronazi­one KV 317 di Mozart, che vede uscire per la prima volta dal silenzio del lockdown il Coro del Maggio guidato da Fratini. Per i coristi, distanze di sicurezza e visiera trasparent­e sul volto. E grande attesa c’è per Daniel Baremboim, il grande amico di Mehta, che a Firenze riceverà dall’Università la laurea honoris causa in Relazioni internazio­nali: di nuovo insieme per il Concerto n. 3 di Beethoven, proprio come nel 1963, una delle primissime presenze a Firenze di Mehta. Il quale, racconta, ha trascorso gli ultimi 3 mesi gustando ogni giorno i manicarett­i della moglie «che mai, in più di cinquant’anni di matrimonio, ha cucinato così tanto per me». E aggiunge: «Certo, tutto il mondo è cambiato e cambierà. Ma voglio essere positivo». Il suo più volte annunciato Otello, assicura Pereira, si farà, a novembre; mentre per il 6 ottobre è annunciata la Creazione di Haydn, con la quale si festeggera­nno, più volte giocoforza rimandati, i 50 anni del debutto di Mehta al Festival del Maggio.

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Mehta, a sinistra anche con orchestra e Alexander Pereira, alle prove. (Foto:Monasta)
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