«I ritardi del lockdown e l’ondata oncologica»
Il professor Giuseppe Spinelli: «Ora le radiologie sono a pieno regime, ma nella mia unità arrivano più pazienti inoperabili rispetto a prima»
«Rischiamo una pandemia oncologica». A dirlo è il professor Giuseppe Spinelli chirurgo maxillo facciale e presidente dell’Att. «I 3 mesi di lockdown hanno causato il ritardo di molte diagnosi».
«Dopo la pandemia virale, c’è il rischio di una pandemia oncologica». Il professor Giuseppe Spinelli, presidente dell’Associazione Tumori Toscana e direttore di chirurgia maxillo-facciale a Careggi, lancia l’allarme sulle conseguenze di quasi tre mesi di rallentamento delle normali attività ospedaliere, dovuto all’emergenza coronavirus. Durante il lockdown, spiega Spinelli, «negli ospedali c’è stata una riduzione delle prestazioni radiologiche, tra Tac e risonanze magnetiche, per le patologie diverse dal Covid, ma nonostante le difficoltà ne venivamo a capo. Quel che ha pesato davvero è il messaggio che è passato tra i cittadini: perché, se anche molte attività continuavano a funzionare, le persone ritenevano che in ospedale non si dovesse andare perché era diventato il luogo in cui si veniva contagiati dal coronavirus. Era passata l’idea che l’ospedale fosse chiuso e inaccessibile».
Il risultato, prosegue l’ordinario di oncologia medica all’Università di Firenze, «è che si è tardato a fare molte diagnosi, e quando si parla di tumori una diagnosi precoce può fare la differenza: tre mesi di ritardo finiscono per avere un impatto sulle percentuali di guarigione». La riflessione del professor Spinelli non è teorica: «Certo, dare dei numeri adesso non sarebbe serio, né corretto. Ma temo che a fine 2020 potremo contare le conseguenze di questo problema, con un aumento della mortalità causata dai tumori. Già ora molti pazienti che abbiamo nella mia unità, una quota parte importante e più alta del solito, è ormai inoperabile — spiega — Io mi occupo di chirurgia maxillo-facciale e mi sono trovato di fronte a tumori alla carotide già arrivati alla base del cranio, di fronte ai quali c’è solo da attivare le cure palliative».
La salute dei pazienti, quindi, ora sconta i ritardi e gli equivoci dei mesi passati. Ma la sanità della Fase 2 sul fronte oncologico ha quasi ripreso i consueti ritmi: «Se le attività ambulatoriali e chirurgiche erano sempre state attive — dice Spinelli — Ora hanno sono a pieno regime anche quelle radiologiche: per le urgenze diagnostiche, ovvero per i pazienti che devono essere operati, gli esami strumentali sono rapidissimi, mentre ancora scontiamo qualche piccolo ritardo sul follow up, ma siamo quasi alla normalità». Del calo dei pazienti oncologici negli ospedali, i numeri dell’Associazione Tumori Toscana fanno da cartina di tornasole: dal primo gennaio al 31 maggio, le richieste di assistenza da parte dei pazienti sono state 410, contro le 350 dello stesso periodo del 2019. Un aumento di circa il 17 per cento, cui ha coinciso anche una crescita delle richieste di aiuto da parte dei singoli pazienti. Così i volumi di Att sono cresciuti del 20 per cento, non solo per attività strettamente mediche, ma anche per bisogni personali e sociali. Così, per rispondere alle necessità l’associazione ha assunto un nuovo infermiere e ha in corso di assunzione anche un medico in più.
Del resto, aggiunge Spinelli, a testimoniare che i malati oncologici si sono tenuti lontani dagli ospedali, tra marzo e aprile, nessuno dei pazienti di Att che sono deceduti, l’ha fatto in una corsia ospedaliera: il 90 per cento è morto a casa, il 10 per cento negli hospice. Mentre di norma un 1520 per cento si spegnerebbe durante un ricovero in ospedale. Per l’Associazione Tumori Toscana, l’emergenza coronavirus ha anche significato carenza di risorse: all’aumento del lavoro, di contro c’è stata l’impossibilità di organizzare le consuete iniziative pubbliche di raccolta fondi, come cene o feste. «Compensiamo, ma non del tutto, con le raccolte fondi online. Per questo torniamo a chiedere sostegno — dice il professor Spinelli — Ma in questa storia ci sono anche aspetti belli: la nostra raccolta di fondi con la vendita delle uova pasquali, che i nostri volontari hanno portato di casa in casa durante il lockdown, non aveva mai avuto tanto successo come quest’anno. Le difficoltà hanno generato una generosità nuova».
❞ Fronte Att La cartina di tornasole sono le cure a domicilio effettuate dalla mia associazione con una crescita di richieste di assistenza del 20%