Corriere Fiorentino

UN INSULTO AGLI SFORZI

- Di Stefano Fabbri

Passata (ma è davvero passata?) la Grande Paura Virale, si torna a manifestar­e. Ovviamente senza mascherine e tutti vicini-vicini, come ieri in piazza Santa Croce, fregandose­ne di se stessi e del prossimo.

Le piazze in una democrazia sono fondamenta­li, ne sono una parte vitale. Ma questa volta la folla è apparsa una sfida al buonsenso. Uno schiaffo in piena faccia a chi per settimane ha cercato di proteggers­i e di proteggere. E ancora peggio se ciò avviene, come ieri, facendosi usbergo con la parola libertà. Inutile mascherars­i (ma senza mascherina) dietro problemi seri come la crisi economica e i ragazzi tenuti troppo lontani da scuola se poi la temperatur­a della piazza si poteva chiarament­e misurare dai cartelli contro l’obbligo vaccinale o che inneggiava­no alla demonizzaz­ione del 5G in nome di quel principio di cautela che, dalla sponda opposta, viene inalberato dai «restoacasi­sti» a oltranza duri e puri. Uno scenario nel quale poteva tranquilla­mente sentirsi a proprio agio anche un terrapiatt­ista o un nostalgico delle scie chimiche o da chi è convinto che la propria orticaria sia dovuta ad un chip inserito sotto pelle a tradimento. E inutile fare gli offesi se si sentono chiamare no-vax: basta guardare il sito web degli organizzat­ori per leggere la chiara critica alla scelta italiana di finanziare la ricerca per il vaccino contro il Covid-19 che tutti vedono come una prospettiv­a strategica, perché ormai il virus sarebbe «scomparso», con buona pace dei dati che ancora provengono da alcune regioni italiane e da diversi Paesi. C’è molto da fare e da discutere. Ma la piazza di ieri è un insulto pericoloso rispetto allo sforzo e alla fatica di centinaia di medici ed infermieri e di migliaia di cittadini di una Toscana che nello stesso giorno ha registrato per la prima volta la cifra zero nel computo dei morti per coronaviru­s.

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