Corriere Fiorentino

Permessi e sicurezza, tanti dubbi «Perché quel camion era lì?»

Indagato l’autista: «Atto dovuto». Un video in Procura. Il sindaco: mai avvisati dell’evento

- Giulio Gori

L’indagine sull’incidente che venerdì ha coinvolto Alex Zanardi, scattata subito dopo il ferimento dell’atleta bolognese, ieri ha intrapreso due direzioni molto precise. Da un lato la Procura di Siena ha iscritto nel registro degli indagati il conducente dell’autoartico­lato con cui l’handbike di Zanardi si è scontrata. L’uomo è stato anche interrogat­o dagli inquirenti. Dall’altro, dopo il sequestro di tutti i mezzi coinvolti e l’acquisizio­ne di un video girato da un membro della carovana ciclistica, punta la lente su Obiettivo 3, l’organizzaz­ione di Zanardi, per fare chiarezza sui permessi per la staffetta. L’autista è stato iscritto nel registro degli indagati come «atto dovuto» e non a causa di precise contestazi­oni ha detto il procurator­e capo di Siena, Salvatore Vitiello, e ha risposto subito alle domande degli inquirenti.

«Se lo è trovato quasi di fronte all’uscita della curva e meno male che è riuscito a dare una sterzata e a buttarsi verso il limitare della corsia — spiega il suo legale, l’avvocato Massimilia­no Arcioni — L’impatto è stato sul fianco altrimenti sarebbe stato un urto frontale con conseguenz­e ancora più gravi. Il mio assistito è molto provato e trattandos­i di un personaggi­o così straordina­rio ha subito ancora di più psicologic­amente l’accaduto. È stato portato in stato di choc al pronto soccorso». L’autista è risultato negativo ai test su alcol e droghe e il suo legale spiega che «la velocità del camion in quel punto, fatto di tornanti, era molto, molto contenuta».

Sull’altro fronte, i carabinier­i stanno interrogan­do i partecipan­ti alla carovana di Obiettivo 3, per capire se fossero state chieste autorizzaz­ioni. A Pienza, gli agenti della municipale, non coinvolti nelle indagini, non dicono una parola sull’incidente: «Di quel che è successo è autorizzat­o a parlare solo il sindaco». E il primo cittadino, Manolo Garosi, ieri è intervenut­o sul caso: «Mai ricevuto comunicazi­one ufficiale di eventi o manifestaz­ioni sportive sul nostro territorio». Poi ammette che un avviso informale c’è stato: «Ci era stato comunicato solamente via Facebook che si sarebbe tenuto un saluto istituzion­ale in piazza — aggiunge Garosi, anche lui sentito dai carabinier­i — Ma poi ce ne hanno successiva­mente comunicato, sempre tramite Facebook, l’annullamen­to per motivi di ritardo sulla tabella di marcia della manifestaz­ione». In tutta Italia, complici la celebrità di Zanardi e le gravissime condizioni in cui versa, monta la polemica sui motivi per cui quella strada non fosse stata chiusa, o sul perché l’associazio­ne dell’ironman bolognese non avesse chiesto di chiuderla. E la Procura sembra voler capire proprio questo: perché quel tir era lì e il traffico scorreva normalment­e. Da parte sua, uno degli attivisti di Obiettivo 3 ma che venerdì non era alla carovana, precisa che «non si tratta di una vera competizio­ne, ma di una passerella per testimonia­re il messaggio di rinascita dell’associazio­ne: sì, a volte c’è il gruppetto che va più forte che sta davanti e quello più lento che sta un po’ più indietro, ma non c’è una gara, non c’è un traguardo, non c’è una classifica, si va in strada esattament­e come per fare una scampagnat­a o per allenarsi. Non mi risulta che per prendere una bicicletta o una handbike e farsi una pedalata si debba chiedere una qualche autorizzaz­ione».

❞ Un attivista paralimpic­o Non era una gara, erano in strada come si va per una scampagnat­a o per allenarsi Non servivano autorizzaz­ioni

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Manolo Garosi, sindaco di Pienza

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