Corriere Fiorentino

Pernottame­nti al 50% (se va bene) «Senza cambiare non si riparte»

I dubbi degli hotel, l’idea di nuovi pacchetti. Ma pochi vogliono spendere

- M.F.

«Per traghettar­ci al ritorno dei flussi veri di turisti, ci vorrà tempo. Ma dobbiamo farlo: navigherem­o a lungo in acque che sono un altro mondo, un altro mercato». Giancarlo Carniani, imprendito­re alberghier­o, ha riaperto la terrazza del Lucchesi e Villa Olmi ma ancora «non ce la faccio a riaprire Il Mulino», il suo terzo hotel. «Siamo al 20-25% dell’anno scorso. Certo, qualche segnale lo vedo, il “pick up” (uno dei fondamenta­li indicatori delle prenotazio­ni ndr) è tornato positivo. Insomma, spero di essere smentito sulle previsioni», aggiunge l’imprendito­re che però non aspetta che la burrasca passi e si torni alla normalità. È uno dei (tanti) che stanno lavorando con il Destinatio­n Florence Convention & Visitors Bureau, incaricato dal Comune di Firenze, di promuovere pacchetti «innovativi» per riportare i turisti in città.

«Mettiamo insieme — spiega la direttrice Carlotta Ferrari — trekking anche urbano, enogastron­omia, outdoor con permanenze negli hotel fiorentini che hanno riaperto». Gli alberghi abbassano i prezzi (anche perché i clienti da top di gamma, Usa e Cina, non ci sono) come i colleghi, il prezzo complessiv­o si abbassa, il turista ha offerte nuove anche fuori dalla città. D’altra parte, il traghettam­ento sarà in acque incerte: le prime stime fatte da Confeserce­nti tramite il Centro studi turistici, che elaborate saranno rese note la prossima settimana, pare ipotizzino di poter raggiunger­e, questa estate, il 50% dei pernottame­nti dell’anno scorso. Male, insomma, visto che per tre mesi non è arrivato neanche un turista. «Certo — commenta Carniani — se arrivasse la Formula 1 in Mugello, sarebbe un bel segnale».

Altre occasioni, ma a non tutti va male. Vuoi per motivi psicologic­i, vuoi per organizzar­e con lo smart working le ferie per la famiglia, case vacanze, agriturism­i e ville stanno viaggiando benissimo. È il trend in positivo della Toscana, peraltro piena di queste realtà. E molte di queste strutture possono avvantaggi­arsi di una sorta di «promiscuit­à turistica». Chi prende una casa nell’interno grossetano può vivere il paesino o passare qualche giorno al mare, ma anche cercare il fresco sull’Amiata. Idem chi sta in Lunigiana, Garfagnana: possono fare anche qualche puntata verso le città d’arte. E pare che anche il Mugello sia riuscito a farsi spingere da questo trend.

In un turismo che cambia, alcuni imprendito­ri colgono la sfida e si innovano. E non potrebbe essere altrimenti: anche perché c’è un altro indicatore pesantissi­mo che conta in questa traversata in un deserto (di turisti).

Booking.com, il principale sito per le prenotazio­ni alberghier­e, filtra le ricerche fatte dai suoi milioni di utenti per analizzare l’andamento del mercato. Oggi, in Italia, il principale «filtro» per selezionar­e le offerte è il prezzo: quello più ricercato è 100 euro a notte. Una scelta che, rispetto ai prezzi di soli 6 mesi fa, taglia fuori praticamen­te tutti gli alberghi dai 4 stelle in su, a volte anche 3 stelle. Per questo, gli hotel si stanno adeguando sul fronte prezzi, con però un messaggio ai grandi tour operator: «Questa lunga promozione dovrà finire», spiega Carniani. Ma non si può restare chiusi: «Se non si fa tornare l’offerta, la domanda non tornerà mai» spiega Carniani. E quindi, via ai tagli di prezzo, via ai pacchetti integrati con altri operatori del turismo, via a promozioni e campagne per attrarre anche nuovi turisti, «gli italiani paiono muoversi poco, ma gli europei qualche segnale lo danno: rispetto al nulla cosmico di prima...».

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Turisti in fila agli Uffizi
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Carlotta Ferrari Convention Bureau
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Giancarlo Carniani, imprendito­re

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