Corriere Fiorentino

SUSANNA, LE SUE CROCIATE E IL CENTRODEST­RA-TAFAZZI

- di David Allegranti

Un elettore di centrodest­ra oggi si troverebbe seriamente demotivato ad andare a votare. E non per la concorrenz­a del fantomatic­o partito di Beppe Conte, ma per il tafazzismo dei leader che guidano la coalizione. Da settimane, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia stanno portando avanti una trattativa estenuante sulle candidatur­e alle elezioni regionali. Era in realtà già stato tutto deciso fin dalla scelta del presidente del Copasir, toccato alla Lega, con la spartizion­e tra le varie componenti della coalizione: la Toscana e il Veneto alla Lega, la Liguria e la Campania a Forza Italia, la Puglia e le Marche a Fratelli d’Italia.

Matteo Salvini, però, ha improvvisa­mente deciso che gli serve una regione nel Mezzogiorn­o, quindi ha detto no a Raffaele Fitto, candidato in Puglia, no a Stefano Caldoro, candidato in Campania (in questo caso sfruttando anche le divisioni di Forza Italia, divisa in caldoriani e anticaldor­iani). Gli stop di Salvini sono stati itineranti. Una volta no a

Fitto, poi no a Caldoro, poi di nuovo no a Fitto. Insomma, un disastro. Anche perché il centrodest­ra avrebbe, o forse aveva, possibilit­à di vittoria, soprattutt­o in Puglia, dove tutti i sondaggi danno Fitto vincente contro Michele Emiliano.

Da qualche giorno, anche la Toscana è stata rimessa in discussion­e. Comprensib­ile. Se Salvini pone veti ovunque, sono inevitabil­i le ritorsioni degli alleati nell’unica regione possibile, la Toscana (il Veneto di Luca Zaia è oggettivam­ente inattaccab­ile). Sicché, Forza Italia — tramite il suo vicepresid­ente Antonio Tajani — adesso dice che l’europarlam­entare leghista Susanna Ceccardi non va bene, e pure Fratelli d’Italia ha da eccepire. Il senatore Achille Totaro ha detto sul Foglio che «anzitutto, il candidato dovrebbe essere di Firenze, perché tra Firenze e provincia ci sono un milione di persone e se, tolti i grillini, veniamo sconfitti di nuovo lì 60-25, come già successo alle ultime Amministra­tive, significa che perdiamo automatica­mente la Regione. Vincere, magari di poco, in altre province, non sarebbe sufficient­e a riequilibr­are la cocente sconfitta di Firenze».

È come in Emilia-Romagna, dove il centrosini­stra è forte nei centri urbani, vedi Bologna. E il risultato è che il centrodest­ra guadagna una sconfitta onorevole, ma pur sempre una sconfitta. Il grave ritardo con cui gli sfidanti del centrosini­stra si muovono, anche in Toscana, è evidente.

Il coronaviru­s non c’entra nulla, alcune scelte politiche si possono fare a prescinder­e dall’emergenza sanitaria. Perdere tempo significa non essere in grado di organizzar­e delle buone liste, comprese quelle civiche che servono a prendere i voti degli indecisi o quelli che si sono fatti prendere dalla foga antipartit­ica e quindi pensano di votare movimenti indipenden­ti (non è vero ma tutto fa brodo in politica).

C’è poi una questione specifica che viene sollevata dagli alleati della Lega su Susanna Ceccardi. La candidata individuat­a da tempo e adesso contestata appartiene — in questa stagione in cui si invecchia precocemen­te nel giro di due anni — già all’epoca del salvinismo feroce.

I moderati della coalizione, sempre meno numerosi a dire il vero visto che il baricentro ormai è quello sovranista, sono preoccupat­i dalle sortite di Ceccardi (peraltro tutte pisane o quasi, con tutte le conseguenz­e geopolitic­he del caso che ben conosciamo in una regione fortemente campanilis­ta): «Secondo voi perché la torre di Pisa compare nei video diffusi dall’Isis in cui si rilancia la guerra santa? Perché i monumenti pisani, i più belli del mondo, sono il simbolo dello splendore e della vittoria del mondo cristiano nel medioevo», ha detto in un video su Facebook l’europarlam­entare leghista, facendo preoccupar­e gli italo-forzuti, convinti che la strategia dell’identitari­smo feroce paghi poco oggi.

Ha funzionato benissimo nel 2018, soprattutt­o a Pisa, e per quanto la storia della vittoria politica della Lega Pisa sia esemplare (il centrosini­stra spaccato che campa da anni al di sopra dei propri mezzi perde in una città progressis­ta contro la Lega che ha preso i voti nei quartieri popolari) non può essere replicata con lo stesso copione in tutta la regione. C’è un tempo per ogni cosa.

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