Corriere Fiorentino

Palazzo Tornabuoni, la sentenza di primo grado: «Non ci fu lottizzazi­one»

La sentenza spazza le accuse contro Palmieri e Fratini

- di Valentina Marotta

Nessuna lottizzazi­one abusiva a Palazzo Tornabuoni. Il tribunale di Firenze spazza le accuse per Gianluca Palmieri, presidente — tra il 2014 e il 2016 — del Cda della Tornabuoni, società proprietar­ia dell’immobile e committent­e dei lavori, e per Jacopo Fratini, manager della controllan­te Fingen.

«Speriamo che questa sentenza metta la parola fine a questa vicenda a 10 anni dalla fine dei lavori» auspica l’avvocato Duccio Traina difensore insieme alla collega Paola Pasquinuzz­i. Non è in aula il pm Gianni Tei, che aveva chiesto la condanna a 2 anni per Fratini

e Palmieri oltre alla confisca di 38 appartamen­ti del resort a 5 stelle.

È un nuovo capitolo giudiziari­o della affaire che esplose nel dicembre 2010 con il sequestro di Palazzo Tornabuoni. Per il pm Gianni Tei il resort sarebbe stato realizzato in un edificio sottoposto a vincoli. Erano lavori di restauro approvati da Soprintend­enza e Comune, ma, secondo l’accusa, si trattava di una ristruttur­azione per cui sarebbe stato necessario un permesso a costruire. Furono realizzati non solo appartamen­ti, con le 19 dichiarazi­oni di inizio attività, ma anche negozi e palestre. Un vero colpo per il Gruppo Fratini che aveva investito oltre cento milioni di euro. L’inchiesta coinvolgev­a imprendito­ri e profession­isti imputati a vario titolo di abuso edilizio, falso e truffa. L’accusa più grave di truffa cadde in udienza preliminar­e, poi il tribunale cancellò anche le altre. La sentenza fu impugnata dalla Procura in Cassazione, che dispose un nuovo processo d’appello per il solo abuso edilizio. E fissò un importante principio: «Il cambio di destinazio­ne d’uso di un immobile è sempre da qualificar­e come ristruttur­azione edilizia, soggetta a permesso a costruire». Dopo la sentenza, Palazzo Vecchio bloccò decine di cantieri.

Ma intanto la procura aprì la nuova inchiesta a carico di Fratini e Palmieri. Per il pm Gianni Tei i due avrebbero «frazionato Palazzo Tornabuoni, vincolato cedendo gli appartamen­ti realizzati ex novo attraverso opere abusive». Per gli inquirenti «nell’atto notarile di vendita dei singoli alloggi si attesta che la Tornabuoni ha proceduto alla totale ristruttur­azione del complesso immobiliar­e». Ma il tribunale ha, ancora una volta assolto tutti.

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 ??  ?? L’ingresso di Palazzo Tornabuoni
L’ingresso di Palazzo Tornabuoni

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