Università, a Pisa la protesta degli studenti
Tensione a Pisa. Il rettore: il bilancio non consente tagli alle tasse. A Firenze Dei rassicura
Mentre nei rettorati ieri i consigli di amministrazione decidevano come affrontare il nuovo anno accademico, fuori gli studenti toscani protestavano per chiedere di riaprire le Università, garantire diritto alla studio per tutti e abbassare le tasse. A Pisa con qualche tensione. «Non ci sono più i servizi in questa Università, è tutta chiusa, e io pago, pago, pago», urla uno studente pisano al megafono davanti a Palazzo alla Giornata.
Sta tutta qui la ragione della protesta: l’università riduce i servizi a causa delle misure anti Covid ma i bollettini della retta arrivano puntuali. Altri studenti occupano la strada con tavoli e sedie: se le aule studio restano chiuse, il lungarno diventa presidio. Bloccano il traffico, spiegano agli automobilisti le loro ragioni: «Chi è pisano, chi fuorisede, tutti insieme perché la cassa integrazione non arriva alle nostre famiglie e l’università vuole che paghiamo e prepariamo gli esami ma chiudono le facoltà, aule studio, levandoci tutti i servizi». Stretti nella morsa di un conflitto istituzionale ai massimi livelli come raramente se n’erano visti sotto la torre, tra Comune, rettorato e commercianti, gli studenti dicono la loro: «Chiediamo che in virtù di una crisi economica senza precedenti ci vengano ritirate le tasse — spiega Camillo Chiappino, uno degli organizzatori — per la riapertura vogliamo una didattica mista (presenza-distanza), è necessario a settembre che vengano riaperti gli spazi più grandi dove garantire sanificazione e distanziamento, oltre ai laboratori, necessari per completare il nostro percorso». Occhiali da sole, mascherina e libro sulle ginocchia, seduto sul marciapiede un ragazzo studia biochimica: «Ma non ho potuto prendere in prestito i libri perché la biblioteca ha ridotto i prestiti, niente attività di laboratorio ma l’esame c’è lo stesso e le tasse sono arrivate. Il rettore ci ha voltato le spalle».
A metà mattina il rettore Paolo Mancarella appare dietro lo striscione appeso sulla porta del rettorato, resta sui gradini mentre gli studenti gli chiedono il taglio delle tasse. «No, non è possibile per ragioni di bilancio» è la riposta. Le urla d’indignazione si sovrappongono, Mancarella fatica a riportare la calma e spiega: «Delibereremo alcuni interventi a favore degli studenti disagiati e allenteremo alcune delle misure più restrittive, come quella sul prestito dei libri». È una carezza che non placa gli animi: «Ma lei si rende conto cosa ha voluto dire il lockdown per le nostre famiglie?», urla una ragazza mentre trasmette tutto in diretta dal telefono. «Non mi risulta che altri atenei, sicuramente non quelli toscani, abbiano potuto sospendere le tasse — dice il rettore — stiamo chiedendo fondi straordinari al ministero: nelle prossime due settimane verranno distribuiti 115 milioni, noi possiamo anticipare 700 mila euro dal nostro bilancio per alcune misure secondo certi parametri, di più non possiamo fare». Risposte che non soddisfano gli studenti: sgomberata la strada si sono riuniti in assemblea per pianificare altre azioni di protesta.
A Firenze gli universitari chiedono di riaprire l’Ateneo, dare esami in sede il prima possibile, e abolire i criteri di merito e produttività per tasse e borse di studio. Tre rappresentanti vengono ricevuti dal rettore Luigi Dei, ma viene fissato anche un incontro pubblico col rettore per il 2 luglio. «L’Università di Firenze ribadisce la propria volontà di svolgere l’attività didattica in presenza», afferma Dei nel Manifesto degli studi 2020/21 approvato dal Cda. «Nel rispetto delle prescrizioni, le lezioni si svolgeranno, nei limiti del possibile, in aula», anche se ci potranno essere variazioni dei calendari delle lezioni e turnazioni. Tutte le lezioni però saranno anche videoregistrate. Dal 1° settembre poi via ad esami e lauree in presenza. Congelato l’aumento delle tasse previsto: resteranno invariate, in attesa delle disposizioni del ministero per l’estensione della no tax area.
A Pisa Mancarella è sceso in piazza per spiegarsi: «Impossibile ridurre i costi delle iscrizioni» A Firenze Da settembre lauree ed esami in presenza Il 2 luglio incontro pubblico con il rettore