Il megafono e i fumogeni rossi Un altro sfregio a Santo Spirito
Ore 00,20: flash mob sul sagrato con urla e fiamme. Residenti esasperati, forze dell’ordine spettatrici
Sul sagrato, sulla fontana, tra i tavolini, in mezzo alla piazza, gli assembramenti sono così stretti e compatti, che una ragazza guarda un gruppone e chiede ad alta voce: «Ma questi sono in fila per entrare dove?».
Santo Spirito, venerdì sera, è di nuovo invasa. Quasi nessuno dei festanti della notte ha la mascherina, al massimo qualcuno la porta al gomito, come un vezzo. Mentre le squadre di polizia e vigili sono in un angolo della piazza a fare da spettatori. Per i residenti si profila l’ennesima notte insonne. A mezzanotte e venti, succede però qualcosa di inatteso: qualche decina di persone, stavolta con la mascherina al volto, si alzano in piedi sul sagrato. Le fiammate e poi le scie rosse di alcuni fumogeni si levano in cielo e un giovane inizia a parlare col megafono. I pochi residenti della piazza si alzano da letto, impugnano i cellulari e cominciano a filmare. Qualcuno pensa a una manifestazione sportiva fuori orario, qualcosa che magari c’entra col tifo, ma in mezzo alla nuvola rossa fuoco, la voce al megafono non ben distinguibile dalle finestre pronuncia a più riprese la parola «fascisti». È una manifestazione politica per protestare contro le condanne penali di alcuni manifestanti ad un corteo del 2013. Anzi, è il promo di quella organizzata sempre in Santo Spirito per le nove di ieri sera quando si sono radunati qualche centinaio di persone che sono poi partite in corteo intorno alle 22 lanciando anche un messaggio ai residenti: «Noi portiamo e porteremo sempre rispetto agli abitanti di questo quartiere .
Ma venerdì sera gli stessi residenti l’hanno vissuta in modo diverso. «Illuminiamo questi tempi bui», è scritto sullo striscione del flash mob notturno, mentre lo speaker contesta il doppiopesismo della giustizia. Il flash mob dura pochi minuti, poi gli organizzatori si dileguano e torna il «solito» caos. Ma l’iniziativa organizzata a notte fonda, con tanto di megafono a svegliare i pochi che erano riusciti a prendere sonno, in un luogosimbolo come il sagrato della battaglia dei frati della basilica contro la mala movida quotidiana, rappresenta per i residenti qualcosa di più della solita confusione. «Venire qui, a notte fonda e col megafono, in una piazza in cui per la prima volta da anni nelle case non ci sono i turisti ma solo i residenti, significa non capire che così si dà uno schiaffo a chi vive qui ed è già esasperato — spiega una residente dell’Oltrarno — Condivido anche certi contenuti di chi manifestava, ma mi stupisce che proprio chi critica il capitalismo venga poi qui a fare, in fin dei conti, il gioco di chi vorrebbe cacciare i residenti dalle loro case».
Santo Spirito è piazza dalla lunga storia politica. «Ma oggi i frequentatori della movida sono quanto di più apolitico possa esserci. Per questo non ho nulla contro un corteo fatto alle nove di sera — dice uno storico residente della piazza — Ma quando ho capito quello che stava succedendo venerdì notte, dopo che in un primo tempo avevo pensato a un gruppo di ubriachi da stadio, sono rimasto sbalordito: come si fa, in una piazza dove i residenti sono già esasperati, a fare un’iniziativa politica col megafono a mezzanotte e mezzo?». «Il problema qui è proprio l’assenza di politica. Siamo soli — prosegue — Non abbiamo nessuno con cui dialogare, né istituzioni né forze politiche che ci ascoltino. La sinistra, una volta ne ho parlato anche con Antonella Bundu, dovrebbe essere sensibile a questi temi, eppure non ne capisce l’importanza. Anzi».
La notte di Santo Spirito finisce per una volta prima del solito. È la pioggia, poco prima dell’una di notte, a far fuggire via i giovani seduti sul sagrato, appoggiati alla basilica o arrampicati sulla fontana, a svuotare i tavolini in cui i clienti sono a cinque centimetri da quelli del tavolo accanto, con buona pace delle regole di distanziamento. Per una notte, i residenti possono dormire. Ma è una tregua breve: il coronavirus, anziché tenere le persone a distanza, le avvicina. L’assenza di turisti svuota molte strade della città, ma spinge i fiorentini a concentrarsi tutti negli stessi posti: Santo Spirito e Sant’Ambrogio. E una volta lì, il rispetto dei luoghi viene meno. Nessuno tiene basso il volume della voce. Molti sporcano. E in questo scenario anche lo spaccio si riaffaccia in piazza Santo Spirito: i pusher sono solo un po’ più discreti del solito, vista la presenza delle forze dell’ordine.
«La situazione è senza controllo, ognuno fa quel che vuole — dice ancora una volta padre Giuseppe Pagano, priore di Santo Spirito — La gente che vive in piazza è esasperata, eppure chiede una cosa semplice: pace. Invece, oltre alla confusione, anche questa iniziativa politica a tarda notte davvero inopportuna. Noi agostianani dalle nostre stanze non sentiamo niente, ma non possiamo tirarci indietro quando la nostra gente ci chiede aiuto. Noi non possiamo che dare sostegno ai residenti, visto che nessun altro lo fa».
In casa «Uno schiaffo, criticano il capitalismo e fanno il gioco di chi ci vuole cacciare dal centro»
In chiesa «Noi agostiniani non possiamo che stare vicino a chi abita qui Nessun’altro lo fa»