«L’anziano picchiato? Sconfitta per tutti»
Vinci, il sindaco fa visita all’uomo maltrattato per 10 anni dal badante: «Sistema da cambiare»
«È stata una sconfitta, un fallimento, per tutti». Il sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, esce dalla casa dell’anziano novanto- tenne il cui badante è indagato per minacce e percosse. Una pressione durata mesi, anni. «Ma al Comune, ai servizi sociali, non è arrivata nessuna segnalazione» spiega Torchia. Una segnalazione però, anonima, ha invece fatto scattare le indagini dei carabinieri.
Alle 16.30 il sindaco Giuseppe Torchia entra in casa del novantottenne percosso e minacciato dal badante per mesi, forse anni. È con uno dei figli dell’anziano. «È lucido, presente. Non gli ho chiesto della vicenda. Ora è trattato bene», racconta all’uscita. Al posto del badante che ora è indagato dalla procura di Firenze e per il quale è stato ordinato il divieto di avvicinamento, c’è una giovanissima ragazza che, raccontano i vicini, lo accudisce con la cura che merita.
La segnalazione anonima ai carabinieri di Vinci, le cui indagini e intercettazioni audio-video hanno salvato l’anziano dal suo (presunto) aguzzino, è partita dai vicini. Nella via, uno dei tanti quartieri residenziali di Vinci, si fa fatica a non pensare che tutti sapessero qualcosa: mezz’ora lì e si sente tutto, dalle case. Una ragazza organizza una vacanza con gli amici al mare a
Castagneto Carducci, una bimba scherza con la madre e poi si arrabbia perché non gli fa usare la Playstation, una badante e l’assistita sorridono.
Non si sorrideva nell’abitazione dell’anziano. Le persone che abitano nella zona, almeno non tutte, paiono però cadere dalle nuvole. Una, due, tre. Alla lavanderia automatica manco si sa la notizia, «ma che davvero».
Bisogna aspettare un po’ per trovare qualcuno che sa, ha sentito, ha visto. Un vicino, davvero prossimo all’abitazione, qualcosa racconta. I parenti si vedevano poco, spiega, il badante tornava dal lavoro a metà mattina dopo essere partito all’alba e usciva quasi subito dopo. Quando la ragazza che l’ha sostituito è entrata, ha dovuto rifare tutta la spesa: c’erano solo barattoli di tonno e verdure, niente zucchero (e dire che riceva soldi per fare da mangiare all’anziano). E pochi biscotti, quelli che il novantottenne amava.
Un’altra vicina spiega: sì, segnalazioni ci sono state, perché qualcosa si sentiva. E l’avevano anche detto alla famiglia. Ma chi ha fatto la segnalazione anonima ai carabinieri, quindi? Tutti glissano, anche perché molti di loro sono già stati sentiti dagli inquirenti. Ma come è possibile che nessuno abbia alzato la voce per l’anziano?
«Io sono sempre stato orgoglioso del nostro sistema di assistenza sociale. Ma l’anziano è sconosciuto ai nostri servizi sociali: non c’è stata mai una segnalazione al Comune, saremmo intervenuti come abbiamo fatto subito dopo che ci hanno chiamato i carabinieri — prosegue Torchia uscendo dalla casa — vivo tutto questo come un fallimento, come una sconfitta. Dobbiamo cambiare e fare meglio». Perché qualcuno di esterno entrava nella casa dell’anziano: ma erano infermieri: entravano, medicavano, uscivano. Quanto è durata questa angoscia? Non si sa. Da mesi, racconta un’altra vicina, però il badante non apriva mai le finestre: un modo per attutire le urla? Ieri, la ragazza che lo assiste spalancava le persiane.
Dopo le botte Nella casa c’erano solo barattoli di tonno e verdure, niente zucchero «Ora è trattato bene, con lui c’è una nuova assistente»