Corriere Fiorentino

Saccardi: solo i volontari possono scovare situazioni così

- M.F.

«Noi dobbiamo interrogar­ci su come fare meglio: ma se nessuno chiama i servizi sociali, è difficile intercetta­re questi casi». È sconsolata, l’assessore regionale al Welfare Stefania Saccardi. Letta la notizia di Vinci, ha subito chiesto informazio­ni. «Se non ci sono segnalazio­ni, non scattano i servizi sociali. Gli infermieri che andavano da lui? Facevano solo interventi infermieri­stici». Entravano, medicavano, se ne andavano. E come si fa quindi a intercetta­re questi casi? «Con il trionfo dell’individual­ismo, le reti sociali tradiziona­li (famiglia, volontaria­to, parrocchie, case del popolo) non funzionano più — spiega Saccardi — Se l’unico contatto sono gli infermieri, per fare uno stick, non capiremo mai che succede in quelle case: fanno interventi, uno stick, cambiano un catetere». Per questo motivo l’assessore vorrebbe «infermieri di famiglia, che come i medici di famiglia seguano le stesse persone a lungo e possano aiutare a ricreare questi reti sociali che si stanno perdendo». Perché è evidente che occorre trovare soluzioni al cambiament­o della società: «Gli assistenti sociali non possono certe andare strada per strada. Per questo resta fondamenta­le il ruolo del volontaria­to, è certamente più bravo di noi a percepire situazioni di malessere e disagio, per questo motivo va sostenuto». Ma dato che viviamo in una società «in cui non si sa più chi vive nel nostro palazzo, facciamo uno sforzo: bussiamo al vicino, soprattutt­o se anziano».

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