Corriere Fiorentino

Crespi favorevole: «Niente di male nel comunicare con i testimonia­l»

- Edoardo Semmola

«Siamo talmente arretrati: siti stravecchi, strategie di marketing inesistent­i. Ci credo che poi devi chiamare specialist­i come Chiara Ferragni».

Angelo Crespi, critico d’arte e (molto) critico sul modo di comunicarl­a: come giudica la svolta «pop» degli Uffizi?

«Avere i musei gratuiti come in Inghilterr­a sarebbe pop. Ma chi critica Schmidt perché ospita la Ferragni e non dice nulla quando in piazza della Signoria espongono quella deiezione di dinosauro che era la statua di Urs Fischer (settembre 2017, ndr), non li capisco. Non c’è niente di male nel comunicare l’arte con i social e i testimonia­l, l’importante è non calare le brache».

In che senso?

«Ha fatto benissimo la Ferragni a posare agli Uffizi. Ma il post con cui il museo l’ha presentata, paragonand­ola a una divinità, è stato ridicolo. Come suonare le fanfare tre giorni dopo per celebrare l’aumento di ingressi, nemmeno fosse Napoleone che porta le truppe alla conquista della cultura».

C hiara Ferragni davanti alla Venere di Botticelli

Il New York Times ha criticato la scelta di Schmidt di usare Tik Tok...

«Per far sposare cultura bassa e alta devi essere Umberto Eco. Se la fa chi non sa nulla di semiotica finisce che vorrebbe elevare la Ferragni all’altezza degli Uffizi e si ritrova ad abbassare gli Uffizi alla sua. Il pop è arma a doppio taglio».

Schmidt sta lavorando bene?

«Come numeri gli Uffizi sono un esempio di buona gestione».

Sta per arrivare un ma?

«Ma come comunicazi­one no. Occorre individuar­e nuove profession­alità, purtroppo si fa ancora fatica a parlare di marketing, che molti consideran­o una bestemmia».

Occorre individuar­e nuove profession­alità, purtroppo si fa ancora fatica a parlare di marketing

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