Corriere Fiorentino

La Regione scrive ai presidi: orari diversi o i trasporti in crisi

La Regione ai presidi: posti ridotti per il Covid, serve un metodo nuovo. In difficoltà anche gli scuolabus

- di Ivana Zuliani

A settembre gli studenti toscani torneranno a fare lezione in classe. Ma il problema sarà arrivarci: le regole per i trasporti, in vigore fino al 7 settembre, prevedono il distanziam­ento di un metro, riducendo la capienza dei mezzi, e non permettend­o di andare oltre il 50-60% dei posti disponibil­i. «A queste condizioni il sistema del trasporto pubblico, per quanto potenziato, non sarebbe in grado di garantire la risposta a una domanda di servizio che abbia le dimensioni e le caratteris­tiche di quella degli anni precedenti» spiega l’assessore ai Trasporti della Regione Toscana Vincenzo Ceccarelli, che ha scritto una lettera all’Ufficio scolastico e ai presidi per invitarli ad adottare «un modello organizzat­ivo nuovo»: orari nuovi e diversific­ati, iniziative per incentivar­e la mobilità sostenibil­e e alternativ­a, aperture degli edifici scolastici anticipate e altre soluzioni per «evitare che il sistema del trasporto pubblico si trovi a dover affrontare picchi di domanda ai quale non sarebbe in grado di dare risposta».

Ma «le scuole si sono già organizzat­e, avrebbero dovuto sollecitar­e prima le scuole a fare i doppi turni» commenta Alessandro Artini, referente toscano dell’Associazio­ne Nazionale Presidi. Nel suo istituto Galileo di Arezzo, ha previsto 5 giorni alla settimana in presenza e uno a distanza, ingressi dalle 8 alle 8,45 e uscite dalle 13 alle 13,45, lezioni da 45 minuti. «In questo modo portiamo un sesto in meno degli studenti a scuola, e quindi riduciamo anche quelli che usano i mezzi. Ma di più non possiamo fare, per organizzar­ci abbiamo fatto i salti mortali e abbiamo già avvisato le famiglie» afferma Artini.

Secondo i dati Istat nel 2019 il 34,6% degli studenti toscani è andato a scuola con i mezzi pubblici. La Città metropolit­ana di Firenze ha fatto un sondaggio per capire la provenienz­a degli studenti pendolari, a fine agosto organizzer­à incontri coi presidi per ogni direttrice, per «garantire da settembre un servizio adeguato» spiega il delegato ai trasporti Francesco Casini, pronto se ce ne fosse bisogno a rivolgersi anche ai gestori privati dei bus turistici.

Il distanziam­ento mette in crisi anche il servizio scuolabus. «Siamo in difficoltà» spiega l’assessore all’educazione di Firenze Sara Funaro. «Avremo una capienza ridotta al 30%, dovremo rivedere i percorsi, prevedere più mezzi e più turni, potenziere­mo dove possiamo il Pedibus: aumenteran­no i costi, ma il problema è l’organizzaz­ione. I tempi sono strettissi­mi».

«Dovremo fare altri incontri per trovare orari compatibil­i con il trasporto pubblico» conferma l’assessore all’Istruzione regionale Cristina Grieco. Sembra risolta invece la questione spazi: «Con interventi di edilizia leggera che sono iniziati e il personale in più che dovrebbe arrivare lavoriamo per riportare gli alunni in classe a un metro di distanza». La Toscana non dovrà ricorrere quindi alla deroga al distanziam­ento di un metro (ma con mascherina) prevista dal Cts.

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In legno I primi 350 banchi monoposto acquistati dal Comune di Livorno

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