Il paese in festa per il ritorno di «Amadeus»
La storia Nel luglio del 1983 Forman scelse il borgo del grossetano per girare alcune scene del film su Mozart Domani si proietta nella piazza dove è stato girato. Chi c’era: lavorammo tutti, chi a cucire abiti chi da comparsa
«C’era così caldo, ma così caldo, che un camion della troupe a un certo punto rimase bloccato con le ruote nell’asfalto che si era sciolto. Doveva essere intorno al 3 luglio, sicuramente all’inizio di quel mese nell’83. Che gran subbuglio in paese». A Montemerano, borgo di 300 anime e 14 ristoranti di cui un 2 stelle Michelin (le terme di Saturnia sono a due passi...) c’è chi lo ricorda così, quel luglio afosissimo durante il quale Milos Forman aveva assediato la cittadina perché da lì sarebbe partito per dare il via al girato del suo celeberrimo Amadeus, la storia del genio di Mozart raccontata da Salieri.
Ventisette anni, 8 Oscar, 4 Golden Globe, e 3 David di Donatello dopo, ha una sua magia immaginare che le allora comparse del film — che è tra i primi 100 in America per indice di gradimento — domani alle 20.30 siederanno all’aperto coi capelli imbiancati nella piazzetta che fece da set alle prime e scene del film e non solo (c’è Mozart adolescente ma c’è anche il momento in cui muore il padre dell’artista). Quei tempi e «quel gran divertimento» ce li racconta Ettore Ponticelli, 35 anni allora, 72 0ggi, gestore di un’enoteca in paese che si chiama La Vecchia dispensa e figura tra quelle censite nel Golosario come tra le migliori botteghe d’Italia. «Arrivarono in 30 più o meno. E ci misero a lavorare tutti, ma dico tutti».
In sostanza per girare due scene da un minuto e mezzo rimasero nel borgo per 20 giorni. «Ricordo che il regista si sforzava di imparare l’italiano, ma l’unica parola che ripeteva era: “Ancora, ancora”». Pausa: perché Ettore, il cui compito a quei tempi fu di allestire un banchetto con prodotti locali come a evocare un mercato, ha da servire dei clienti in enoteca.
«La cosa — riprende — si combinò grazie a Benvenuto Benvenuti che oggi purtroppo non c’è più. Aveva conosciuto Milos Forman all’Argentario, lui faceva spesso vacanze a Porto Ercole, Cala Galera... Ora, va detto che Benvenuto era di Montemerano e quindi giocava per la sua squadra. Così, dopo aver saputo che il regista cercava un piazza dove ambientare una scena di mercato del film, si adoperò per convincerlo a farla da noi». E così andò: arrivò la troupe e non si limitò a scegliere le comparse tra gli abitanti del borgo, fece molto di più. «Gli mettemmo a disposizione quello che noi chiamavamo il teatro, in realtà l’ex chiesa di san Lorenzo già sconsacrata. Lì stavano i 30 della troupe e lì avevamo allestito una sartoria dove le nostre donne davano una mano a mettere a misura i costumi per le comparse scelte in paese».
Montemerano per quei 20 giorni fu trasformato. Prosegue Ponticelli: «fu invecchiato per rappresentare un borgo del Settecento. E a questo pensarono i nostri muratori: si trattava di dare un aspetto più fané alle grondaie, ai muri, alle persiane». Il risultato fu quello che abbiamo visto al cinema e si ravvisa nelle foto qui accanto. Questo vale per chi conosce il film. Per Montemerano la storia è tutt’altra: «Ha fatto da traino al turismo, soprattutto nei primi anni ci ha dato grande visibilità, questa storia l’abbiamo raccontata nelle guide e da lì sono arrivati visitatori e molti nuovi clienti, anche agenzie di pubblicità». Stasera si ripete un po’ quell’incanto e si ricorda «Amadeus».