Rogo di San Bartolo: «Lavate bene le verdure»
Ordinanza e sopralluogo del sindaco: la ditta elimini il materiale dell’incendio
sembra tossico, ma l’odore che continua a sentirsi, a 4 giorni di distanza dall’incendio della ditta Silo a San Bartolo a Cintoia, è nauseabondo. Così il Comune ha ordinato al titolare della fabbrica di attivarsi con urgenza per evitare l’uscita di sostanze e odori. Secondo l’ordinanza firmata dal sindaco Dario Nardella il proprietario della fabbrica di oli e acidi grassi, dovrà prendere provvedimenti per «eliminare, ove possibile, il materiale disperso e prodotto nell’incendio e presente nell’area dello stabilimento o nelle immediate vicinanze, secondo la normativa vigente in materia di smaltimento rifiuti» e «coprire o sigillare, in modo da bloccare eventuali spandimenti o fuoriuscita di odori, quanto presente in aree nelle quali non può intervenire per motivi giudiziari, previo accordo con l’autorità giudiziaria».
Continuano intanto le verifiche da parte di Asl e Arpat sulle sostanze presenti in aria, acqua e ortaggi coltivati nei campi vicini e che le autorità consigliano di lavare bene prima di mangiarli. cattivi odori invece sarebbero prodotti dai residui del materiale bruciato e dalle sostanze utilizzate per spegnere l’incendio. L’Asl spiega che «quanto percepito si ritiene non rivesta evidente carattere di tossicità», ma ha indicato le azioni per risolvere il problemi.
A preoccupare i residenti è anche una moria di pesci nel torrente Greve. La Polizia Provinciale e Arpat hanno prelevato pesci e campioni di acqua per analizzarli. «È probabile una connessione del fenomeno con l’immissione delle acque di spegnimento dell’incendio, contaminate nel fosso degli ortolani» spiega Arpat, ma ulteriori accertamenti sono in corso.