OCCASIONE FRANCHI
Caro direttore, ho letto l’autorevole intervento di Francesco Gurrieri sul
Corriere Fiorentino del 14 agosto. La stima che ho per l’architetto mi porta a una riflessione che prova a tenere insieme il suo punto di vista e quello della politica.
L’attenzione per i beni culturali deve essere una priorità per il nostro Paese, concordo in pieno; è proprio per questo credo che l’emendamento della senatrice Caterina Biti (al quale ha lavorato tutto il Pd, a partire dall’on. Di Giorgi) non vada in contrasto con questo interesse nazionale. Si inserisce infatti nella cosiddetta Legge sugli stadi e a va a migliorarla affermando che eventuali modifiche «hanno ad oggetto esclusivamente gli elementi architettonici essenziali per tramandare il valore testimoniale dell’opera». E — aspetto importante — la «conservazione degli stessi anche distaccata» dal nuovo impianto per garantirne la fruibilità, l’incolumità pubblica ed un miglior utilizzo. Inserisce, inoltre, il principio del silenzio assenso e la verifica finale del ministero per avere tempi certi per chi ha voglia di investire. È vero, non sono arrivati progetti alla Soprintendenza e molto, troppo, rumore è stato fatto sul nulla. Credo tuttavia che il nostro emendamento aiuterà a mettere intorno a un tavolo — per trovare le migliori soluzioni possibili — Soprintendenza (che non viene scavalcata ma aiutata), Ministero, Comune e diretti interessati (ricordiamo che secondo legge si farà un project). D’altronde i vincoli non sono eterni altrimenti non ne sarebbe prevista la verifica da quella stessa legge di tutela dei beni storico artistici. Concordo sull’idea che si possa bandire anche un concorso e qui credo che l’emendamento aiuti ad avere chiarezza e rispettare altri diritti garantiti nella nostra Carta (priorità sicurezza, salute e incolumità pubbliche). Da questo punto di vista è utile richiamare il principio costituzionale di leale collaborazione fra enti pubblici. Infine ricordando Spadolini e la sua lezione, magari leggendo gli emendamenti e discutendoli in Parlamento, concordo nel non «cedere» e lasciar stare i samurai; perché siamo a Firenze. La Firenze del Festina Lente di Cosimo con una grande occasione per tutti: mostrare che quell’affrettarsi lentamente è simile al «fast fast fast» di chi magari viene da lontano e che le due cose possono convivere, per il bene di tutti.