Un caso a Pistoia
Investe la compagna che tre mesi prima lo aveva denunciato
Lei cammina con passo lesto sul marciapiede lungo una strada a Pieve a Nievole. Un’auto lentamente deraglia dalla strada, sale sulla banchina e la investe. L’allarme al 118, l’arrivo dell’ambulanza. La donna trasportata al pronto soccorso dell’ospedale di Pescia e l’anziano automobilista disorientato che risponde alle domande degli agenti della Municipale. Sembrava un incidente come tanti altri, venerdì sera. Uno dei tanti avvenuti per colpa di un automobilista sbadato o distratto dallo squillo del telefono. Ma quando la donna, casalinga rumena, 50 anni, è salita a bordo dell’auto della Misericordia è emersa un’altra storia. Ancora sconvolta, ferita e dolorante a una gamba e al fianco sinistro, ha trovato il coraggio di confidarsi con i sanitari: «È stato il mio convivente. Lui mi ha investito. Tre mesi fa lo avevo denunciato per maltrattamenti».
All’arrivo dei carabinieri, l’uomo è stato allontanato d’urgenza dall’abitazione di famiglia, una misura precautelare che, in base al Codice Rosa della Toscana, può essere adottata dalle forze dell’ordine e solo in un secondo momento, convalidata dal magistrato. L’uomo, 67 anni, campano di Avellino, che da tempo vive a Pieve a Nievole,
è stato denunciato per maltrattamenti e lesioni. Lei guarirà, secondo i sanitari, in dieci giorni. Per curare le ferite psicologiche occorrerà più tempo.
Non era la prima volta, che litigavano. Negli ultimi mesi, i bisticci nascevano per motivi spesso banali, anche sotto lo sguardo impaurito del figlio minorenne della donna. E finivano allo stesso modo. L’uomo, ha raccontato la donna ai carabinieri, la insultava e la minacciava di morte. Lei, terrorizzata, si ritirava in silenzio stringendo a sé il bambino di 10 anni e sperando che quella minaccia non si concretizzasse mai. La donna sopportava i nervosismi e i gesti di stizza di quell’uomo più maturo di lei, che un tempo era apparso gentile e accogliente. Si erano conosciuti due anni fa e da allora non si erano più lasciati. Ma a maggio la situazione, forse complice il lockdown, precipita. Gli sguardi corrucciati di lui, le urla e le intimidazioni diventano più frequenti.
Per la signora, la casa diventa, ogni giorno che passa, una prigione. Così a giugno, denuncia il suo compagno per maltrattamenti. L’uomo, racconta poi la donna ai carabinieri, torna ad essere quello di un tempo: cordiale e amorevole. Ma l’altra sera, esplode un altro litigio. Lei deve andare in farmacia. Il compagno non vuole che esca. Volano urla e insulti. La donna non si lascia intimorire ed esce. Il compagno afferra il bambino e la insegue per strada. Lei a piedi. Lui in auto. Cerca di farla salire a bordo, aprendole lo sportello. La donna lo ignora e accelera il passo. Ed è allora, secondo la denuncia, che il compagno la investe.