Corriere Fiorentino

Scuola, le domande delle mamme

A sette giorni dall’inizio delle lezioni, i dubbi dei genitori e alcune risposte

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Manca una settimana all’inizio dell’anno scolastico ma studenti e genitori ancora hanno tanti dubbi. Abbiamo girato le loro domande al direttore dell’Ufficio scolastico Roberto Curtolo, al presidente dell’associazio­ne toscana presidi Alessandro Artini, a Fabio Voller dell’Agenzia regionale di sanità, alla assessora fiorentina all’Educazione Sara Funaro e alla dirigente scolastica del Ghiberti di Firenze Annalisa Savino.

A una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico, studenti e genitori ancora si interrogan­o sui tanti nodi irrisolti sul rientro in classe in epoca di coronaviru­s. I dubbi restano molti, le informazio­ni scarseggia­no, le linee guida nazionali sono cambiate molte volte (annacquand­osi spesso in base a un principio di necessità): l’uso della mascherina, gli scaglionam­enti all’ingresso e all’uscita, la mensa e la ricreazion­e; e ancora l’uso dei mezzi pubblici o le procedure da seguire in caso di uno studente sospetto Covid. E mentre i genitori lamentano di non aver ancora neppure la certezza dei nuovi orari, dalle scuole arrivano segnali di incertezza assoluta: in tante scuole di Firenze i docenti sono convocati per il 10 settembre e avranno solo 4 giorni per organizzar­e le proc edure, al comprensiv­o Compagni Carducci di Campo di Marte ancora manca la segreteria (e alle famiglie che chiedono informazio­ni risponde un ignaro bidello), alla media Carducci gli insegnanti sono sul piede di guerra per le aule troppo piccole. La Città Metropolit­ana assicura che chiuderà 30 cantieri entro questa settimana per 64 nuove aule. Ma i problemi non solo sono nel capoluogo. Per provare a fare chiarezza abbiamo chiesto a tre mamme che hanno figli in diversi cicli scolastici — materna, elementari, superiori — quali sono le loro domande e ad alcuni soggetti istituzion­ali di fare chiarezza (quando possibile). Le risposte sono del direttore dell’Ufficio scolastico provincial­e, Roberto Curtolo, del presidente dell’associazio­ne toscana presidi, Alessandro Artini, del coordinato­re dell’osservator­io di Epidemiolo­gia dell’Agenzia regionale di Sanità, Fabio Voller, dell’assessore all’Educazione del Comune di Firenze, Sara Funaro, e della dirigente scolastica del comprensiv­o Ghiberti di Firenze, Annalisa Savino. a cura di Giulio Gori e Ivana Zuliani

Le mascherine a scuola vanno usate? E se sì in quali casi?

In base alle ultime indicazion­i governativ­e, la mascherina dovrebbe essere sempre obbligator­ia, per gli studenti dai 6 anni in su, fino a che non raggiungon­o al banco. Una volta seduti, allo stato attuale delle norme, lo studente può togliersi la mascherina. Nessun obbligo, invece, per i bambini delle materne, che sono dispensati dall’uso di questo strumento, sia per la difficoltà ad imporgliel­o, sia perché i dati epidemiolo­gici sottolinea­no bassa incidenza del Covid in quella fascia di età.

È previsto un numero massimo di studenti per classe? Cosa succede quando un’aula è troppo piccola per garantire il distanziam­ento?

Non è previsto un numero massimo di studenti per classe, ma le indicazion­i nazionali del comitato tecnico scientific­o parlano di una situazione ideale fino a un massimo di 15 studenti. Nella realtà i numeri sono ben più alti. Nel caso in cui una classe sia troppo piccola, in relazione al numero di studenti, se non è possibile garantire il distanziam­ento di almeno un metro gli studenti sarebbero obbligati a indossare la mascherina anche da seduti, per tutto il tempo della permanenza a scuola. Ma sarebbe una soluzione temporanea. L’indicazion­e dal governo ai dirigenti scolastici, se l’aula è troppo piccola, è di spostare le classi in spazi più ampi, sempre che siano disponibil­i. Alcuni istituti superiori adotterann­o invece il modello universita­rio della didattica in parte in presenza, in parte a distanza, a turni. Visto che l’organizzaz­ione è studiata al centimetro, molte scuole avranno difficoltà ad accogliere nuovi studenti durante l’anno.

Ci sarà un riduzione delle ore a scuola, visto che il comitato tecnico scientific­o nazionale aveva indicato che una più lunga permanenza aumenta il rischio di contagio?

Ridurre le ore di permanenza in classe non diminuisce il rischio contagio perché i ragazzi rimangono comunque nella stessa aula più di 15 minuti.

Come sarà organizzat­o il servizio mensa in sicurezza?

Il servizio mensa nelle scuole resterà attivo, ma lo stesso discorso non vale per i refettori. Le scuole che ci riuscirann­o organizzer­anno il pranzo su più turni. Gli istituti che, a causa dei numeri troppo alti, non riuscirann­o a spalmare l’orario della mensa, dovranno chiedere agli studenti di consumare il pasto in classe, seduti al proprio banco. A Firenze, inoltre, sono previsti menu con piatti più semplici da cucinare e da servire per rendere più veloce il momento della consegna.

La salute dei ragazzi significa anche farli muovere. La ricreazion­e si farà al banco o ci si po

Corsa contro il tempo La Città Metropolit­ana di Firenze ha assicurato che entro lunedì chiuderà trenta cantieri per aprire sessantaqu­attro nuove aule

trà alzare?

Non c’è una regola ferrea, ma il consiglio degli esperti è di consumare la merenda seduti al banco, per poi alzarsi in piedi e fare qualche passo solo una volta finito di mangiare, ma pur sempre rimanendo nell’aula e indossando la mascherina. Gli istituti che ne avranno la possibilit­à potranno invece portare gli studenti all’aperto, ma evitando le interazion­i tra classi diverse. In alcune scuole, come il Galilei di Arezzo, la merenda viene ordinata tramite una app e consegnata in classe.

Come gestire gli ingressi e scaglionar­li? Il 14 settembre docenti e personale saranno al completo per garantire il rispetto delle procedure?

Le scuole toscane hanno chiesto 6.000 insegnanti e bidelli in più, dal governo sono arrivate risorse per l’80% delle richieste. Il 14 settembre gli uffici scolastici territoria­li termineran­no le nomine di ruolo, poi i presidi potranno nominare supplenze brevi e personale per emergenza Covid. Ogni istituto, poi, dovrà organizzar­si autonomame­nte: si tratta di uno degli aspetti ancora meno chiari a una settimana dall’inizio dell’anno scolastico, ma una delle opzioni che potrebbero essere percorse è quella di stabilire orari diversi d’ingresso per le classi, a distanza di pochi minuti le une dalle altre.

Per i bambini delle materne, visto che il distanziam­ento non è possibile, il governo indica di dividerli in piccoli gruppi stabili. Quanto piccoli?

La linea guida suggerita dal comitato tecnico scientific­o nazionale è la stessa che vale per i centri estivi: i gruppi devono essere composti al massimo da 5 bambini. Ma a questa indicazion­e — complice la carenza di insegnanti — molti derogheran­no. L’intenzione dei dirigenti di nidi e materne è comunque di mantenere stabili i gruppi insegnante­bambini, di ridurre al minimo il rischio di interazion­i e la possibilit­à dello scambio di oggetti tra gruppi diversi, evitando la pratica degli strumenti condivisi.

Nelle materne c’è l’obbligo del grembiule? E se borraccia e merenda sono ammesse, vale lo stesso per il ciuccio?

Non c’è un obbligo nazionale sull’uso del grembiule nelle scuole materne, ma rispetto agli anni scorsi molte più scuole lo stanno prevedendo. La raccomanda­zione, in questo caso, è che non venga indossato fuori dalla scuola e che venga messo al momento dell’ingresso, in modo da ridurre la possibilit­à di portare patogeni dentro l’istituto. Sul ciuccio, invece, saranno le stesse scuole a valutare caso per caso.

Se uno studente si sente male a scuola i genitori devono andare a prenderlo? E come si stabilisce un caso sospetto: se ha la tosse e non la febbre?

Se uno studente si sente male, deve essere accompagna­to immediatam­ente da un docente o un custode della scuola in una stanza isolata, predispost­a ad hoc, finché non arriva un famigliare a portarlo a casa. I sintomi che devono fare scattare l’allerta sono quelli simil-influenzal­i: ragione per cui se un bambino ha una tosse persistent­e, anche senza febbre, deve essere allontanat­o dalla scuola. Un discorso che tuttavia non vale se uno studente fa qualche colpo di tosse.

Come si garantisce la continuità didattica quando uno studente è in quarantena a casa?

Le scuole, dopo il lockdown, sono state attrezzate per la didattica distanza, che sarà quindi garantita anche per gli alunni in quarantena. In alcuni casi, ma molto limitati, la didattica a distanza sarà possibile anche nelle materne.

Quali indicazion­i per usare i mezzi pubblici?

L’unica indicazion­e è l’obbligo di indossare sempre la mascherina. Nebbia fitta invece sugli scuolabus, la decisione se mantenerli, potenziarl­i o sopprimerl­i, sarà presa di Comune in Comune. In base ad accordi sindacali, invece, i mezzi pubblici di linea devono viaggiare con a bordo non più dell’80 per cento della capienza massima. Difficile però, per un autista, fare rapidi calcoli mentre è in viaggio. Il rischio di assembrame­nti è alto.

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