Tra Renzi e Nardella sfida a distanza su alleanze e Firenze
Il sindaco Dario Nardella poteva ieri, alle Murate, tenere in contemporanea una riunione di giunta, una con i candidati fiorentini del Pd ed una con quelli di coalizione. E sono proprio tre le sue partite nella stessa gara, a Firenze. La vittoria di Eugenio Giani, far eleggere i candidati che sostiene, ridimensionare il peso renziano in città. La scelta di Nardella di appoggiare, platealmente, i suoi due assessori (la vicesindaca Cristina Giachi e Andrea Vannucci) richiama alle Murate i diretti interessati e altri 4 assessori. Alla conferenza stampa si presentano pure i competitor fiorentini nel Pd dei due assessori, Massimo Mattei e Federica Giuliani (sostenuti da Lotti). E poi Angelo Bassi, candidato di Italia Viva. Nardella chiede agli elettori M5S e di sinistra «il voto utile». Assicura il suo impegno «pancia a terra per il Pd». E, rispondendo a Matteo Renzi che aveva attaccato chi vota Pd come chi «vuole un’alleanza strutturale tra Pd e M5S» che lui «non lavora contro Italia Viva: spero faccia bene». Però i cornetti portafortuna li regala a Giachi e Vannucci. Con la prima che propone un graduale azzeramento delle rette e un incremento dei posti in asili nido, il secondo un intervento sulle case popolari. E Vannucci è il primo a salutare Mattei (appena arrivato dalla conferenza stampa di Giani con la Confcommercio, abbracciato e salutato dal presidente del Consiglio regionale, «lo voglio in Consiglio» dice di fronte ai vertici dell’associazione) e Giuliani (che poi chiede di parlare con Nardella). Ma non è esagerato questo appoggio per due candidati e basta del suo partito? «Non sono un segretario di partito, tanti sindaci fanno lo stesso, il presidente Enrico Rossi ha appoggiato Iacopo Melio» risponde il sindaco. Nel Pd c’è già chi fa notare che, se la coppia di assessori non ottenesse i risultati sperati, si aprirebbe un problema politico. Se invece fossero eletti, scatterà il rimpasto.