Pistoia, scontro sulle mura crollate «Dalla Regione zero euro di aiuti»
Il sindaco Tomasi all’attacco. La replica di Giani: scandalizzato, non conosce la legge
Il crollo di una porzione di 32 metri della terza cerchia delle mura medievali di Pistoia diventa anche uno scontro politico, con il botta e risposta tra il sindaco pistoiese Alessandro Tomasi e il candidato del centrosinistra alle Regionali, Eugenio Giani. Come ha fatto notare Tomasi, ciò che è avvenuto domenica alle 16,50 in viale Arcadia (vicino al centro) «poteva essere una tragedia», ma per fortuna le pietre sono scivolate dal lato di un terreno incolto e non sulla strada, senza fare vittime. L’area sottostante, comunque, era inaccessibile e delimitata da transenne per via di un cedimento (di minore portata) risalente al 19 settembre 2011. È proprio il mancato restauro il terreno dello scontro.
«A chi chiede come mai in quasi 10 anni nessuno è intervenuto — dice Tomasi — rispondo con chiarezza: il Comune non è in grado di farsi carico di un intervento da milioni di euro. Per questo nel dicembre 2017 e nel giugno 2019 abbiamo partecipato a due bandi della Regione, purtroppo con esito negativo». «Sono semplicemente scandalizzato — replica il presidente del Consiglio regionale Giani in serata — perché Tomasi dimostra di non conoscere la legge per le “Città murate”. Altrimenti se è una
❞ La ricostruzione richiederà costi ingenti e tempi lunghi
scusa se la inventi migliore. Quel bando si riferisce all’accessibilità delle mura: ad esempio per ripristinare le scalette che servono a salirci sopra quando sono già stabili. Non c’entra con la manutenzione: se uno presenta un progetto con questo fine non viene preso in considerazione». Conclude Giani: «Lo dimostrano le cifre, visto che i contributi non superano il milione di euro complessivo per decine di progetti. Non sarebbero stati sufficienti».
«Autorizziamo un intervento d’urgenza da parte del Comune per la messa in sicurezza delle mura», dichiara al termine del sopralluogo l’architetto Sergio Sernissi della Soprintendenza. Si parla di centinaia di migliaia di euro. «Sarà necessario lo smontaggio parziale delle mura rimanenti — precisa — conservando il materiale smontato e procedere con eventuali puntellamenti e la cernita delle macerie in modo da poterle riutilizzare con le modalità corrette durante la ricostruzione». Un’operazione che richiederà «costi ingenti e tempi lunghi».