«Per sfuggire al caos dormo in bagno, il wc è il comodino»
Il racconto di Mauro: Oltrarno violentato da ogni tipo di eccesso
Dormire nel quartiere tra i più tartassati dal divertimentificio incontrollato, per Mauro Contini, 52 anni, è diventato un miraggio. E così questo residente di via del Presto di San Martino, che affaccia sulla bolgia infernale di Santo Spirito — è della settimana scorsa l’ultimo inquietante episodio: un inseguimento tra pusher armati di spray urticante e katana —, ha deciso di allestire la sua camera da letto nell’unica stanzetta che ha le finestre che danno nel cortile interno: il bagno. «Ogni sera, da una settimana, gonfio il materassino, do la buonanotte a mia moglie e a mio figlio e mi rintano nella toilette — racconta Contini — Per riuscire a riposare però devo chiudere la porta e infilare i tappi nelle orecchie perché il livello del rumore è comunque altissimo. Quello che succede sul sagrato della basilica sta compromettendo anche la mia vita familiare, con mio figlio che a volte si sveglia di notte impaurito e il nervosismo che regna quotidianamente in casa».
Mauro Contini risiede in Oltrarno da una decina di anni, e con la movida ha sempre cercato di convivere: «Io e la mia famiglia avevamo trovato una sorta di equilibrio — continua — Certo, i fenomeni da baraccone, le urla e la maleducazione ci sono sempre stati, ma le cose si sono aggravate da fine maggio con l’inizio della Fase 2».
Dopo aver passato un venerdì notte in bianco («per gli schiamazzi e la musica altissima mi sono svegliato alle 2.30, di nuovo alle 3.40 e ancora alle 5, per poi non prendere più sonno», dice), ecco l’idea: «Ho deciso di attrezzare la mia singola tra il bidet, il lavandino e la doccia. Il wc, invece, lo uso come comodino, per poggiarci la lampada, il libro che sto cercando di concludere con estrema difficoltà, la sveglia e il telefonino. Ma molti amici e residenti invece di fare la mia stessa fine hanno preferito vendere o affittare. Interi palazzi si stanno trasformando in bed & breakfast spesso abusivi: se non si interviene, tra un po’ qui non rimarrà più nessuno. Possibile che Santo Spirito, invece di attrarre turisti per le sue innumerevoli bellezze, sia rinomato solo per la mala movida?», si chiede Contini che è tra i quaranta firmatari dell’esposto presentato a metà agosto alla Procura della Repubblica.
Un dossier con decine di testimonianze, foto e video ora al vaglio dei magistrati a cui è stato chiesto di accertare due aspetti: chi siano i responsabili, ad ogni livello istituzionale, del mancato rispetto delle misure anti Covid e perché «in Santo Spirito, ogni sera, gli spacciatori girano liberamente e decine e decine di persone ubriache disturbano la quiete pubblica, consumano droga e fanno pipì ovunque senza che gli accada nulla».
Mauro, domani sarà sia in piazza Santo Spirito e poi davanti a Palazzo Vecchio, insieme a sua moglie e a suo figlio, per il flash mob e il sitin contro la mala movida: «Vogliamo sollecitare un dibattito, fare appello a chi può e deve cambiare le cose. Perché le cose, credetemi, stanno peggiorando senza che nessuno provi a tirare il freno».
L’obiettivo di Mauro e del gruppo di cui fa parte è provare a togliere il prefisso «mala» alla movida. Una «battaglia di civiltà» che si rifà anche ai diritti sanciti dalla Costituzione. «Vogliamo che il fenomeno sia disciplinato, le nostre zone sono violentate da ogni tipo di eccessi. Quello che succede nei weekend ci fa paura. E poi, dopo una settimana di esperimento, lo voglio proprio dire: mi sono stufato di dormire in bagno per colpa di qualche imbecille. Non ho più venti anni e i dolori alle articolazioni iniziano a farsi sentire».
❞ Ubriachi, rumore, violenze: la mia famiglia non ne può più, mio figlio si sveglia impaurito Non si può andare avanti così per colpa di imbecilli che nessuno vuole frenare