Colpisce gli agenti ed evade dal tribunale
Novoli: accusato di tentato omicidio, si è liberato dalle manette e ha scavalcato i cancelli
Quando ieri la Corte d’appello ha deciso di estradarlo in Germania, dove lo attendeva un processo per tentato omicidio, Abidi Aymen ha capito che aveva un’unica strada: fuggire. Tutto è avvenuto all’improvviso, mentre saliva sul pullman della polizia penitenziaria che lo avrebbe riportato a Sollicciano. Il giovane, tunisino di 25 anni, ha gettato a terra due agenti, dopo essersi liberato delle manette, ed è scappato verso la tramvia.
Quando ieri la Corte d’appello ha deciso di estradarlo in Germania, dove lo attendeva un processo per tentato omicidio, Abidi Aymen ha capito che aveva un’unica strada: fuggire. Tutto è avvenuto all’improvviso, mentre saliva sul pullman della polizia penitenziaria che lo avrebbe riportato a Sollicciano. Il giovane, tunisino di 25 anni, ha gettato a terra due agenti, dopo essersi liberato probabilmente delle manette, ha scavalcato le due recinzioni che delimitano il Palazzo di giustizia ed è ritornato in libertà correndo verso la tramvia.
Da ieri pomeriggio, polizia penitenziaria, carabinieri e squadra mobile sono alla ricerca di quel ragazzone alto 1.80, molti alias e un curriculum criminale di tutto rispetto. La fuga rocambolesca è stata immortalata dalle telecamere di sorveglianza del Palagiustizia e le immagini sono adesso al vaglio degli investigatori. Non è la prima volta che Aymen scappa. A Lipsia, lo scorso 9 aprile, tentò di uccidere a bruciapelo un quarantenne serbo con una raffica di colpi di pistola. Riuscì ad allontanarsi prima dell’arrivo della polizia. Gli investigatori tedeschi diffusero l’identikit dell’uomo e da quel momento scattò una ricerca internazionale che ha coinvolto anche la polizia italiana. Attraverso l’analisi del traffico telefonico, gli investigatori hanno seguito i suoi spostamenti: prima in Germania, poi dopo essere fuggito a un controllo, avrebbe preso un treno per l’Austria. Infine, è approdato a Firenze. E dopo la segnalazione delle autorità tedesche sono così scattati controlli a tappeto anche in città. Lo hanno trovato il 23 luglio in sella a una bici, nella zona del Mercato Centrale. Gli investigatori della squadra mobile lo hanno individuato e dopo un breve inseguimento per lui sono scattate le manette in esecuzione di un mandato di arresto europeo.
La Corte d’appello aveva convalidato l’arresto e rinviato all’udienza di ieri per decidere l’estradizione in Germania. Quando ieri pomeriggio il presidente della Corte Federico Boscherini ha accolto la richiesta della Procura di Lipsia, Abidi Aymen non ha tradito alcuna emozione. Al suo fianco, gli agenti della penitenziaria che non lo hanno mai perso di vista proprio perché ritenuto pericoloso per i suoi trascorsi. Erano vicini a lui anche mentre lo accompagnavano al pullman, che lo attendeva nel parcheggio sotterraneo del Palazzo di giustizia. Poi, all’improvviso, del tutto inaspettato, il guizzo. Mentre saliva sul bus, intorno alle 15 si sarebbe sfilato le manette e ha spinto gli agenti iniziando a correre verso le recinzioni. Ha scavalcato la prima, poi si è arrampicato su un cassonetto e con uno slancio è balzato sul prato del parco. Infine, la corsa verso via di Novoli. Gli agenti lo hanno inseguito, ma lui, velocissimo e agilissimo, ancora una volta, è riuscito dileguarsi.
Solo qualche avvocato ha notato quel viavai frenetico degli agenti all’ingresso del tribunale. Poco dopo la notizia è arrivata ai giudici della Corte d’appello, che erano ancora in udienza, e al pm di urgenza Paolo Barlucchi. Sono così scattate le ricerche in tutta la zona e anche nel resto della città ma il giovane sembra essere sparito nel nulla.