Sgominata la cupola della cocaina con la «griffe»
Smantellata cupola di trafficanti di cocaina. L’inchiesta è partita da una rissa in strada
Sgominata una banda di trafficanti di droga che importava dal Sudamerica cocaina con il marchio di qualità.
❞ Creazzo Per questa indagine è stata creata una squadra comune che la lavorato tra Italia e Olanda
Tutto cominciò con una rissa furibonda tra albanesi armati di coltelli, bottiglie e mazze da baseball in piazza Medaglie d’Oro a Firenze nell’aprile 2014. In gioco allora c’era il controllo della prostituzione. Un anno dopo la squadra mobile chiuse il cerchio su quel regolamento di conti, con una decina di arresti. La conclusione di quell’inchiesta sulla prostituzione segnò l’inizio di un nuovo capitolo, quello sul traffico internazionale di droga.
Partendo dall’analisi del Blackberry di un indagato la squadra mobile, coordinata dal pm antimafia Giulio Monferini, ha scoperto tutti i segreti del cartello albanese denominato «Kompania bello», simile ai grandi cartelli criminali sudamericani, in grado di importare in Europa tonnellate di cocaina usando i porti di Anversa, Rotterdam e Brema. La droga che arrivava dal Sudamerica, in particolare dall’Ecuador, era «griffata»: impresso nei panetti c’era il marchio «Bello», garanzia di qualità.
Il bilancio dell’operazione è di 4 tonnellate di cocaina e 5 milioni e mezzo di euro sequestrati. Sono 31 le misure cautelari disposte dal gip Agnese Di Girolamo tra Firenze, Pisa, Lucca, Genova, Modena, Albania, Belgio, Emirati, Germania, Grecia, Olanda, Romania, Ungheria ed Ecuador, che si aggiungono alle 84 persone arrestate negli anni nel filone olandese.
Nelle chat di Messanger gli investigatori fiorentini hanno trovato la chiave per portare avanti le indagini. Il primo sequestro della serie viene messo a segno sull’A1: 9 Kg di eroina nel bagagliaio dell’auto su cui viaggiava una coppia di insospettabili, un uomo di 48 anni e una donna di 65 con il cane. Arrivavano dalla Svizzera e davanti a loro, a fare la staffetta, a 30 km di distanza, c’era un’altra auto con due albanesi. I corrieri italiani, pagati 2500 euro ciascuno a viaggio, alla fine confesseranno. Avevano fatto altri viaggi dalla Germania anche in 24 ore andata e ritorno. «Un Kg di banane» diceva la donna al telefono quando parlava del carico di cocaina.
Da lì le indagini della squadra mobile, guidata da Antonino De Santis, sono andate avanti arrivando ai vertici della cupola. Tra gli arrestati, il capo dell’organizzazione, un 40enne albanese arrestato grazie alla collaborazione della polizia di Dubai, dove aveva la disponibilità di cinque appartamenti di lusso, una Rolls Royce e una Lamborghini. Il capo acquistata la cocaina direttamente dai narcos ecuadoriani e poi organizzava le spedizioni, dando disposizioni con messaggi criptati alle cellule in Italia ed Europa anche sul riciclaggio del denaro attraverso società cinesi. La cupola organizzava i depositi per la custodia della droga, i covi e il centro di raccolta del denaro necessario agli acquisti. A carico dell’organizzazione, proprio come nelle mafie, c’erano anche le spese legali in caso di arresto e il mantenimento dei familiari. «Per questa indagine è stata creata una squadra investigativa comune tra Italia e Olanda che ha portato a grandi risultati» ha sottolineato il procuratore capo Giuseppe Creazzo nella conferenza stampa con il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, i magistrati olandesi, i rappresentanti di Eurojust ed Europol.