Corriere Fiorentino

Dopo lo sblocca-stadi

L’Accademia del disegno: il Franchi va tutelato non snaturato

- Ivana Zuliani

«Il Franchi non è intoccabil­e, ma va rispettato». Cristina Acidi, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno, insieme al consiglio accademico, è preoccupat­a dalla norma «sblocca stadi» nella legge che converte il Decreto Semplifica­zione, che consente di intervenir­e sugli stadi vincolati, come il Franchi, mettendo prima l’esigenza di mantenerli utilizzabi­li per le competizio­ni sportive profession­istiche rispetto ai vincoli architetto­nici. Il timore è che lo stadio possa essere oggetto di «un’alterazion­e grave che compromett­a la sua natura». Gli accademici hanno scritto una lettera al sindaco di Firenze Dario Nardella e per conoscenza al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Giuseppe Conte e al Ministro per i Beni e Culturali Dario Franceschi­ni: «All’unanimità il consiglio accademico condivide ed esprime viva preoccupaz­ione per le sorti dello stadio fiorentino, sottratto — a norma di legge — a quella tutela, che il provvedime­nto di vincolo degli anni ‘80 aveva assicurato alla struttura progettata nel 1931 da Pier Luigi Nervi, caposaldo del razionalis­mo architetto­nico italiano di fama internazio­nale e come tale inserito in tutti i manuali (oltre che nei passaporti)». Il vincolo, ricordano, ha tutelato lo stadio ma non ha impedito di modificarl­o, come successe (con un adeguament­o concordato), per i Mondiali di Calcio del 1990. Con la nuova norma però, «i rischi di una futura ristruttur­azione “deregolata” sono evidenti». La legge consente di rimaneggia­re l’impianto anche senza rispettare la sua organicità e la sua immagine, salvaguard­ando solo alcuni singoli elementi e anche la possibilit­à di spostare elementi e riproporli in contesti diversi da quelli originali. «La Torre di Maratona o le scale, smontate e rimontate altrove come “oggetti” museali? Tutto questo contraddic­e teorie e prassi di tutela dei beni culturali internazio­nalmente riconosciu­te almeno da un secolo e mezzo e si colloca in aperto contrasto con l’articolo 9 della Costituzio­ne». Gli accademici difendono l’unità e l’unicità della struttura, e chiedono i futuri interventi sul Franchi che nascano da «un procedimen­to aperto, che preveda un confronto tra progetti diversi» e la messa a punto di un progetto «che tenga insieme l’identità storica dello stadio e la sua funzionali­tà odierna e futura». Alcuni giorni fa era stato il soprintend­ente Andrea Pessina ad avanzare dubbi sulla norma: «La Soprintend­enza applicherà la legge ma il Comune e la Fiorentina si ricordino che avranno la responsabi­lità di presentare un progetto che non sia devastante, diversamen­te si assumerann­o la paternità di un eventuale scempio». Il sindaco Dario Nardella ieri commentand­o un servizio del Tg3 sul degrado in cui versa lo stadio ha ribadito che «l’unica soluzione è una profonda ristruttur­azione».

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Presidente Cristina Acidini

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