Viareggio in cerca della rinascita (ma la sfida è tutti contro tutti)
La Perla della Versilia attende una svolta dopo i faticosi anni post-dissesto Il Pd si è spaccato sul sindaco uscente Del Ghingaro e il centrodestra spera
«Questa è una città litigiosa». È lo stesso sindaco uscente e ricandidato, Giorgio Del Ghingaro, a confermarci l’impressione avuta: il voto di domenica è un tutto contro tutti, anche se tutti gli altri sono contro Del Ghingaro. E le 20 chiacchierate confermano che Del Ghingaro o lo si ama, o lo si odia. Tributarista, eletto 5 anni fa (sospeso dal Tar, poi reinsediato dal Consiglio di Stato), ha usato la sua competenza per far uscire il Comune dal dissesto finanziario (250 milioni di euro) fatto prima di lui. «Siamo già usciti dal dissesto, lo certifica il Cerved», assicura Del Ghingaro. Gli avversari non la pensano così. A partire da quello che il Pd locale aveva scelto, Sandro Bonaceto. Il Pd regionale ha commissariato il partito locale, gli iscritti hanno sbattuto la porta e candidato l’ex direttore di Confindustria (quando era Ad della partecipata Sea gli hanno vandalizzato l’auto, tanto per confermare la litigiosità della città). Così Del Ghingaro, che si candidò 5 anni fa da iscritto del Pd contro il Pd (e battè al ballottaggio i dem) ora si candida da non iscritto del Pd col Pd (insieme ai Verdi e altre sei liste civiche).
«Nessuno ha salvato Viareggio, i viareggini la salveranno, tranne la nautica tutto è in crisi» taglia corto Bonaceto. Di «attacchi sessisti da parte delle giunta Del Ghingaro, a partire dallo sfottò “miss, mia cara miss”» parla la candidata del centrodestra, Barbara Paci. «Civica, non della Lega», dice Paci, gallerista, docente di storia dell’arte, è sostenuta da Lega, Fdi, Forza Italia e 5 liste civiche. Lei vuole «un centro congressi per destagionalizzare il turismo, al posto del vecchio mercato ittico».
A sinistra (di Bonaceto e di Del Ghingaro, fate voi) c’è Roberto Balatri, per Viareggio a Sinistra (Prc, Pci, Pap e Repubblica Viareggina): «Lui è un leader narcisista, non dialoga con nessuno», attacca riferendosi sempre di Del Ghingaro. Per Balatri è fondamentale «pensare una città ricucita tra periferia, oltre la ferrovia, e la zona turistica. C’è una Viareggio a due velocità. Occorre intervenire sull’ambiente. C’è un problema di inquinamento». Il candidato del M5S Roberto Baccelli passa mentre parla Balatri, si salutano, un avventore del locale si unisce e anche lui è arrabbiato con Del Ghingaro. Il punto è che, due minuti dopo, trovi un altro residente: «Del Ghingaro è il miglior sindaco da 20 anni». Ah, pure nel M5S si è litigato, l’ex candidato sindaco ora è ricandidato col centrodestra.
A Viareggio, però, cosa ha fatto Del Ghingaro? Sicuramente, gli interventi in piazza Puccini, «ma anche tanta attenzione al decoro, alle piccole cose» dice un residente. Anche perché le grandi opere, con il default, non c’era verso di farle. Il «piazzone», il mercato in centro, è lì che langue. Lo stadio dei Pini è chiuso e diventato un campo di patate. «Abbiamo cominciato la demolizione delle gradinate e i soldi per lo stadio ci sono. È già pronto il project financing per il “piazzone”. Abbiamo anche assegnato i lavori per piazza della Repubblica» ribatte Del Ghingaro. E il dialogo? «Io non faccio interessi particolari, ma generali: qualcuno lo scontento»
Con tutte queste divisioni e astio, uno si aspetta che al ballottaggio sarà tutti contro Del Ghingaro. «Solo io vinco se ci sarà il ballottaggio, la destra perde» commenta Bonaceto (ex Pd sì ma con la Lega no, pare di capire). Per Balatri è ovviamente, troppo. Baccelli articola: «Avrei difficoltà a dare indicazioni per una... per uno dei due». E quindi, se Paci andrà al ballottaggio? «Possiamo dialogare con tutti». Se non ci sarà da litigare. (3. Fine)
(ha collaborato Simone Dinelli)