Corriere Fiorentino

DOMANDE APERTE A URNE APERTE

- Di Paolo Ceccarelli

Spente le luci della campagna elettorale, restano da illuminare un bel po’ di incroci e angoli della Toscana. Prima di tutto domani sapremo quanti dei 2,9 milioni toscani chiamati alle urne avranno votato. Quindici anni fa si presentò ai seggi il 71% degli aventi diritto, dieci anni fa il 60 e cinque anni fa il 48: è vero che si tratta di un trend nazionale, ma questa caduta libera della partecipaz­ione fa ancora più impression­e in una regione dalla forte cultura dell’impegno civile e sociale. Vedremo se la ribalta nazionale che queste Regionali hanno avuto in virtù della loro inedita incertezza e la concomitan­za col referendum sul taglio dei parlamenta­ri invertiran­no la tendenza. Poi, nella tarda serata di domani, si saprà chi ha avuto la meglio tra Susanna Ceccardi e Eugenio Giani. Già oggi però si può dire una cosa semplice semplice: chiunque vincerà dovrà occuparsi della Toscana in uno dei tornanti storici più difficili dal Dopoguerra e dunque non potrà limitarsi a lasciare andare la macchina da sola, confidando nella profession­alità degli uffici regionali. No, la Toscana ha bisogno di una guida politica che sappia tenere insieme la gestione dell’emergenza — contagi in risalita, sovrapposi­zione tra Covid e influenza specie a scuola — e una visione che porti la regione nel futuro, pena il rischio di farla diventare solo un bel giardino vista mare per ricchi cinesi, americani ed europei (viva i visitatori stranieri, intendiamo­ci, ma una regione non può affidarsi solo al turismo e il coronaviru­s ne è drammatica­mente una prova). E allora, che sia Giani o Ceccardi, il nuovo governator­e dovrà spiegare come intende mettere mano alla sanità, perché tutto non potrà restare così com’è. E il primo a dirlo è il presidente uscente: «Servono più posti letto per le cure intermedie, con infermieri e un medico h24», ha spiegato Enrico Rossi durante il forum del Corriere Fiorentino. Economia: sia Giani sia Ceccardi hanno promesso soldi e aiuti alle imprese, ma quali sono gli assi di sviluppo su cui intendono puntare per il futuro? Ancora, Rossi ha certificat­o che in Toscana le start up fanno fatica: come si può rendere la regione più fertile da questo punto di vista? Infrastrut­ture: sia Ceccardi sia Giani concordano sulla necessità di collegare meglio Firenze con la costa. Bel proposito, ma servono tanti soldi e la gran parte deve arrivare da Roma. E allora il primo passo del nuovo presidente non potrebbe essere partire da tre progetti precisi e credibili da sottoporre al governo? Tre, non cento: la campagna elettorale è finita, grazie.

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