«Franchi, interventi profondi» Anche Nardella con la ruspa
Studio dell’Ateneo commissionato dal Comune: possibile riduzione della capienza
C’è anche la possibile limitazione della capienza, e non a causa del Covid, negli elementi di criticità emersi dalla relazione dell’Ateneo sulla sicurezza dello stadio Franchi che il Comune ha chiesto un mese fa. E che ieri è stata resa nota, sottolineando che l’impianto sportivo ha bisogno di un restyling «profondo» facendo quasi coincidere così la linea dell’amministrazione con la volontà della Fiorentina. Il club viola e Palazzo Vecchio contano entro un mese di andare al ministero dei beni culturali con il nuovo progetto per il Franchi, che però resta in carico agli architetti di Commisso.
Intanto la relazione tecnica — che darà più forza all’amministrazione nei rapporti con il ministero e il soprintendente Andrea Pessina, se a questo fosse chiesto un parere — accelera la prospettiva di interventi aperta dall’emendamento «sblocca stadi» inserito nel decreto semplificazione approvato dal Parlamento. Intanto, il patron italo americano si tiene aperta anche la strada di Campi, dove ieri ha compiuto un lungo sopralluogo.
La novità è la relazione dell’Università «sulla vulnerabilità sismica ed indicazioni sullo stato di conservazione dello stadio Franchi» che evidenzia la necessità di interventi per garantire il miglioramento della resistenza ai terremoti, assieme alla necessità di lavori per la sicurezza statica, cioè quando lo stadio è alla capienza massima di spettatori.
Le analisi sono state eseguite su ognuno dei 24 blocchi di cui è formato lo stadio ed il risultato è che su alcuni di essi occorre agire subito, con una spesa di circa 6 milioni per metterlo in sicurezza sismica e non dover ridurre la capienza. «Dalla relazione emerge una situazione estremamente critica — commenta Nardella — Sono due i punti centrali, il primo è che lo stadio in questi anni è stato fruibile grazie agli interventi del comune di Firenze che negli ultimi dieci anni ha speso 600.000 euro ogni 12 mesi. Da ora in poi la situazione è così critica che non basta un semplice intervento di manutenzione straordinaria, che faremo nell’immediato per 800mila euro». Poi il sindaco aggiunge: «Se vogliamo una situazione definitiva per la sicurezza dello stadio è necessario ora più che mai un intervento profondo e straordinario».
E le parole di Commisso sulla «distruzione» dello stadio? «Non commento, la riunione di martedì è stata molto operativa ed è andata abbastanza bene. Noi aspettiamo che la Fiorentina presenti, come concordato, il progetto preliminare che insieme consegneremo al ministro». Sulla visita di questa mattina di Commisso a Campi Bisenzio, Nardella conclude: «Siamo tranquilli. Poi la Fiorentina è
Terreni
Sotto Rocco Commisso e il sindaco di Campi Emiliano Fossi sui terreni opzionati dalla Fiorentina qualche mese fa sui quali potrebbe nascere il nuovo stadio voluto dal presidente viola libera di fare quello che vuole, noi siamo qui e lavoriamo». Intanto gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri dicono no a «qualsiasi ipotesi di demolizione» e chiedono la messa in sicurezza del Franchi, assieme ad «un concorso internazionale per la riqualificazione di Campo di Marte».
Toni più soft rispetto a martedì per Rocco Commisso, che si è trattenuto a lungo a Campi ma ha sottolineato che entrambe le opzioni sono viable, fattibili. «Forse il termine “distruggere” è un po’ troppo forte ma il concetto è che se le cose si fanno vanno fatte belle. Comunque adesso in testa per lo stadio ho due opzioni, una riguarda il Franchi l’altra l’area di Campi Bisenzio», ha detto infatti Rocco Commisso dopo aver incontrato a Villa Rucellai il sindaco di Campi, Emiliano Fossi. «Vogliamo andare a Roma quanto prima per vedere che fare: oltre al Franchi c’è l’opzione Campi con un nuovo stadio, parcheggi e altro, ci sono pro e contro, vanno valutati costi, tempi... Ora andiamo avanti su entrambe le opzioni, se poi non potremo fare non faremo. Quale è più percorribile? Magari 49 e 51%, ma non voglio offendere nessuna delle due parti» ha sorriso. Precisando ancora sul termine distruggere: «Per me significa rifarlo, forse qualcosa si può anche tenere di quell’impianto ma il punto è che se spendi molti soldi su una struttura che ha 90 anni qualcosa devi rifare».
❞ Il sindaco Situazione molto critica, la manutenzione che facciamo ogni anno oramai non basta più